Crollata la movimentazione di rinfuse solide in Italia
Fra phase out dal carbone e crisi industriali, la movimentazione di merci non unitizzate segna il peggior risultato dei porti italiani nel 2023
Il peggior risultato per merceologia dei traffici portuali italiani del 2023 è stato quello delle rinfuse solide, crollate del 15,1% a 51,9 milioni di tonnellate.
Emblematica la performance del primo porto italiano della categoria: Ravenna nel 2023 ha perso il 14,1% del traffico, sceso a 10.067.539 tonnellate. A pesare poi il declino siderurgico, con Taranto a 7.531.170 tonnellate (-5,2%), la crisi veneta (6.434.803, -16,7%), il phase out del carbone a Brindisi, che determina la performance dei porti dell’Adriatico meridionale (5.397.388, -22,2%), e a Civitavecchia (2.577.335, -31,6% a livello di sistema), cui si aggiungono i risultati negativi dei porti della Liguria occidentale (3.423.949 tonnellate, -13%), di Trieste e Monfalcone (3.455.936 tonnellate, -7,8%) e dei porti sardi (4.107.119 tonnellate, -26,6%).
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