Il cluster portuale chiede di accogliere due emendamenti in tema di lavoro
Ancip, Assiterminal, Assologistica, Assoporti e Uniport chiedono a governo e commissioni competenti tra le altre cose di considerare le occupazioni in banchina tra gli impieghi usuranti
Ancip, Assiterminal, Assologistica, Assoporti e Uniport hanno inviato una lettera congiunta al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Salvini, al viceministro Rixi, alla ministra del Lavoro Calderone così come ai componenti delle Commissioni permanenti IX e XI della Camera dei Deputati e ottava e decima del Senato.
Al centro della missiva la richiesta di accogliere alcuni emendamenti al provvedimento AC 1532—bis su “Disposizioni in materia di lavoro”, segnatamente – scrivono le cinque associazioni – in tema di lavoro portuale, presentati sia da parlamentari della maggioranza che dell’opposizione. Il testo è un disegno di legge derivante dallo stralcio degli articoli 10, 11 e 13 del disegno di legge n. 1532 ed è ora in fase di esame in commissione.
Nel dettaglio la richiesta, spiegano, riguarda gli emendamenti in cui si prevede l’individuazione di alcuni profili di lavoro portuale tra i lavori usuranti, così come quello relativo alla “rimodulazione, solo formale, della norma che, da oltre due anni, prevede l’istituzione del fondo per l’incentivazione al pensionamento per i lavoratori dei porti”. Nella lettera le associazioni puntano l’attenzione soprattutto su questa proposta evidenziando come questa “che non comporta nessun onere aggiuntivo sul bilancio pubblico” – prevedeva “una soluzione esclusivamente tecnica per rendere finalmente esigibile il percorso di istituzione del fondo con risorse che le aziende (per espressa previsione contrattuale) e le Autorità di sistema portuale (per norma di legge già vigente) stanno accantonando da più anni”. Secondo Ancip, Assiterminal, Assologistica, Assoporti e Uniport, una soluzione peraltro “individuata sulla base delle valutazioni di merito espresse dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali sull’ipotesi di Decreto interministeriale attuativo a suo tempo predisposto dal Mit”.
Da qui la perplessità delle associazioni, che scrivono di avere “difficoltà a comprendere le motivazioni del mancato accoglimento” di proposte “finalizzate al mantenimento di elevati standard di sicurezza, efficienza ed efficacia di un settore strategico”. Infine l’auspicio che, o nell’iter di perfezionamento di questa proposta normativa o in altro provvedimento normativo le istanze evidenziate dal cluster portuale possano infine essere recepite.
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