Msc dimezza la distanza Asia-Europa per fronteggiare l’Ets
Secondo Sea Intelligence le rotte del colosso ginevrino dal 2025 saranno quelle più performanti nel ridurre l’impatto della tassa europea sulle emissioni attraverso gli scali intermedi
Gli effetti dell’introduzione del sistema Ets nel settore marittimo sono ancora incerti e gli analisti stanno provando a simulare gli impatti nel prossimo futuro sulle compagnie armatoriali
Sea Intelligence ha condotto un’analisi dei network delle principali alleanze del settore container, concentrandosi sulle rotte Asia – Europa. Il benchmark è la tratta Singapore – Algeçiras (considerata come la rotta più breve nell’ipotesi di un perdurante blocco di Suez e della conseguente circumnavigazione dell’Africa) e il confronto avviene con ogni servizio di ogni alleanza alla luce valle della regola per cui l’Ets prevede il pagamento del 50% delle emissioni prodotte fra l’ultimo scalo extraeuropeo e il primo europeo.
Di fatto gli analisti di Sea Intelligence hanno esaminato di quanto è stata ‘ridotta’ la distanza Asia-Europa dai singoli operatori mediante l’introduzione di scali intermedi. Il grafico mostra come per Msc il ‘taglio’ migliatico’ superi il 45%, con Premier Alliance e Gemini oltre il 30% e Ocean Alliance ferma al 7%: “Ciò significa che Msc avrà un importante vantaggio in termini di costi Ets. Tuttavia, un’importante avvertenza è che Ocean Alliance non ha ancora pubblicato una rete aggiornata per il 2025. Ci aspettiamo che presto Ocean Alliance pubblicherà una rete Asia-Europa rivista per il 2025, nella quale supponiamo che si concentrerà maggiormente sulla riduzione della loro esposizione ai costi Ets”.
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