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Lo shipping di mezzo mondo scrive a Conte per sbloccare gli avvicendamenti dei marittimi
Tredici organizzazioni rappresentative delle parti sociali marittime europee e internazionali hanno scritto una lettera al Presidente del Consiglio italiano, Giuseppe Conte, per sollecitare una urgente azione politica finalizzata al benessere dei marittimi. Lo ha reso noto Confitarma spiegando che nella lettera si sottolinea come occorra da parte dell’Italia uno sforzo maggiore per facilitare i cambi […]
Tredici organizzazioni rappresentative delle parti sociali marittime europee e internazionali hanno scritto una lettera al Presidente del Consiglio italiano, Giuseppe Conte, per sollecitare una urgente azione politica finalizzata al benessere dei marittimi. Lo ha reso noto Confitarma spiegando che nella lettera si sottolinea come occorra da parte dell’Italia uno sforzo maggiore per facilitare i cambi degli equipaggi che attualmente avvengono solo in una percentuale molto ridotta rispetto a ciò che è necessario. “Confitarma, quale membro di Ecsa, Ics, Intertanko, Intercargo, Bimco e Imec, aderisce al 100% al contenuto di tale lettera” afferma il presidente Mario Mattioli.
Le linee guida sulle misure da adottare da parte degli operatori e delle autorità in modo che i marittimi siano designati lavoratori ‘chiave’ e i loro viaggi facilitati sono incorporati nei protocolli Imo. Analogamente, negli ultimi mesi la Commissione europea ha pubblicato orientamenti e si sta coordinando a livello operativo con i suoi servizi, gli Stati membri dell’Ue e le organizzazioni internazionali. Le organizzazioni firmatarie della lettera chiedono al Governo italiano di “firmare e attuare gli impegni assunti nella dichiarazione ministeriale del Vertice marittimo internazionale sulle modifiche dell’equipaggio, tenutasi il 9 luglio 2020 dal governo britannico”, e in particolare: designare tutti i marittimi, indipendentemente dalla nazionalità, come “key workers” e facilitare il loro movimento salvaguardando la loro salute e minimizzando i rischi di infezione da Covid-19; assicurarsi che i marittimi siano in grado di imbarcarsi o di lasciare le loro navi per il rimpatrio, che possano effettuare i cambi di equipaggio, usufruire dei congedi a terra e di cure mediche senza impedimenti; introdurre misure temporanee, tra cui la possibilità di deroghe ed esenzioni da eventuali requisiti di visto o altri documenti normalmente richiesti ai marittimi; creare le condizioni necessarie per i corridoi aerei marittimi dagli Stati membri dell’Ue e dai principali paesi di provenienza ei lavoratori marittimi.
Questi impegni sono stati finora sottoscritti da 13 paesi, tra cui Regno Unito, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Paesi Bassi e Norvegia, i quali hanno espresso profonda preoccupazione per la situazione attuale. L’Italia non è stata finora fra i paesi firmatari.
Nella lettera si chiede al nostro Paese, in qualità di membro del Consiglio Imo, di dare l’esempio “adottando gli impegni assunti dalle dichiarazioni ministeriali a livello nazionale e intensificai i propri sforzi”.
Dato che permangono ostacoli ai cambi di equipaggio da effettuare in Italia o attraverso l’Italia, nella lettera si ribadisce l’esigenza che i marittimi di paesi terzi possano essere in grado di ottenere più facilmente i visti Schengen in modo da potersi imbarcare su navi nei porti europei.
In particolare si suggerisce di autorizzare e fornire visti temporanei per gli equipaggi che imbarcano e per quelli che sbarcano. Infatti, anche se le ambasciate italiane stanno gradualmente tornando alla normalità e finora sono state molto costruttive nel trattare le domande di visto, potrebbero non essere in grado di fronteggiare l’aumento stimato della domanda di visti di circa 2,5-3 volte il volume normale al mese nei prossimi mesi. Tale esenzione potrebbe quindi facilitare e accelerare i preparativi per le partenze dai paesi terzi.