Altra fumata nera per il fondo di accompagnamento all’esodo dei portuali
Per superare l’impasse da Ferrari (Assiterminal) e Parenti (Ancip) arriva la proposta di separare gli strumenti per i dipendenti delle Adsp dai lavoratori dei terminal sperando di superare così il no di Inps e Ragioneria di Stato
Alessandro Ferrari e Gaudenzio Parenti, direttori rispettivamente delle associazioni Assiterminal e di Ancip, hanno pubblicato a condiviso qualche idea da cui riprendere con l’attività istituzionale nel nuovo anno.
“Nonostante sia stata percepita – scrivono – la concreta volontà politica dei rappresentanti del Ministero delle Infrastrutture a trasporti e di diversi esponenti parlamentari di maggioranza e opposizione, i vari emendamenti, bipartisan, in Legge di Bilancio riguardanti il fondo di accompagnamento all’esodo delle lavoratrici e dei lavoratori dei porti non saranno approvati poiché le strutture tecniche della Ragioneria di Stato e dell’Inps avrebbero, ancora una volta, sollevato eccezioni”.
Eccezioni che, secondo quanto riferiscono, avrebbero natura esclusivamente tecnica e riguarderebbero da un lato la natura (pubblica) delle poste economiche delle Autorità di Sistema Portuale e dall’altro il fatto che non sarebbero previsti speciali accompagnamenti alla quiescenza anticipata per le varie Amministrazioni dello Stato, come lo sono le Adsp.
“In pratica sempre le stesse eccezioni, di fatto e fino ad oggi, insormontabili. Ormai sono più di tre anni che la norma primaria non trova attuazione per tali problematiche: lo strumento del ‘fondo’, condiviso tre anni fa tra parti datoriali e sindacali, diventato norma grazie al Legislatore, al Ministero delle Infrastrutture e trasporti, al Ministero del Lavoro e con l’avvallo del Ministero dell’economia e della finanza (quantomeno in allora) è lo strumento che, oltre ad essere giusto e dignitoso per le lavoratrici e i lavoratori, è fondamentale per le imprese visto il necessario, non più rinviabile e riconosciuto da tutti, turnover generazionale” aggiungono ancora Parenti e Ferrari.
Che poi ancora aggiungono: “Nel mentre che stiamo qui a parlarne, auspicando ancora in una soluzione nell’imminente DL Milleproroghe – ricordiamo che nel 2021 fu quello il veicolo legislativo che introdusse in norma primaria lo strumento del fondo – dovremmo iniziare a ragionare anche di altro, cambiando paradigma, per cercare di trovare, appunto, soluzioni concrete insieme alle organizzazioni sindacali e alle istituzioni”.
Ecco dunque la nuova proposta: “Si potrebbe ad esempio pensare a scorporare i dipendenti delle Adsp dal fondo, così da creare uno strumento – pattizio e magari collegato all’Ente Bilaterale – valido per le lavoratrici e i lavoratori delle imprese di cui agli artt.16 e 18 legge n.84/94 e delle SIEG che si affiancherebbe alle già presenti disposizioni del fondo ex art 17, co 15bis per i somministratori di manodopera e a future disposizioni per i dipendenti delle Adsp: tre tipologie di strumenti di accompagnamento all’esodo per le tre tipologie di lavoro presenti nei porti italiani”.
“Oppure – scrivono ancora i due direttori delle associazioni di terminalisti e imprese portuali – visto che si avvierà il confronto sulla riforma dei porti, potremmo ipotizzare di creare uno strumento totalmente nuovo che accompagni all’anticipata quiescenza queste differenti tipologie di lavoratrici e lavoratori, con particolare attenzione ai lavoratori di banchina”.
In conclusione, “ringraziando sempre la Politica, per l’ascolto e la vicinanza, crediamo – concludono – sia nostro compito cercare, di concerto con le organizzazioni sindacali, di trovare soluzioni, pratiche, pragmatiche e concrete, magari anche da applicare velocemente, e da presentare alle istituzioni, nell’interesse dell’intero sistema portuale italiano, lavoratori, aziende … sistema appunto!”.
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