La dark fleet russa nel mirino del Regno Unito e il canale Panama degli Stati Uniti
Attivato dalla Jef – Joint Expeditionary Force (lega dei 10 paesi nordeuropei) un sistema di reazione avanzato guidato per monitorare potenziali minacce alle infrastrutture sottomarine
L’avvicinarsi dell’insediamento di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti d’America fa registrare fibrillazioni in diverse parti del mondo.
Sul sito governativo del Regno Unito si apprende che è stato attivato dalla Jef – Joint Expeditionary Force, ovvero dalla lega dei 10 paesi nordici accomunati da interessi simili (Danimarca, Estonia, Finlandia, Islanda, Lettonia, Lituania, Norvegia, Paesi Bassi, Svezia e Regno Unito come nazione di riferimento), un sistema di reazione avanzato guidato dal Regno Unito per monitorare potenziali minacce alle infrastrutture sottomarine e la flotta ombra russa, in seguito alla segnalazione di danni al cavo sottomarino Estlink2 nel Mar Baltico, e sottolinea l’impegno di questa alleanza, che opera nel quadro della Nato, a lavorare insieme per salvaguardare gli interessi comuni.
L’operazione, denominata Nordic Warden, attivata la scorsa settimana, sfrutta l’intelligenza artificiale per valutare i dati provenienti da una serie di fonti, tra cui il sistema di identificazione automatica (Ais) che le navi usano per trasmettere la propria posizione, per calcolare il rischio rappresentato da ogni nave che entra in aree di interesse. L’azione Jef – si evidenzia – rafforza le risposte NATO già esistenti e pianificate.
Nel sistema sono state registrate specifiche imbarcazioni identificate come facenti parte della flotta ombra russa, in modo da poterle monitorare attentamente quando si avvicinano ad aree di interesse chiave.
Intanto Donald Trump prosegue con dichiarazioni di voler riconquistare il Canale di Panama e di annettere la Groenlandia e il Canada. Per le prime due non ha inoltre escluso il ricorso alla forza militare, sostenendo che l’America ne ha bisogno per la sua sicurezza economica. Dal fronte panamense non si è fatta attendere la risposta del ministro degli Esteri Javier Martinez-Acha che ha dichiarato la sovranità del Canale di Panama come “non negoziabile, come ha già dichiarato il presidente, José Raùl Mulino”.
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