L’AdSP di Civitavecchia sui diritti portuali al traffico ro-pax: “Decreto ancora modificabile”
In merito alla notizia del decreto presidenziale (n.272 del 8 ottobre 2020) con cui l’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno centro-Settentrionale stabilisce un aumento dei diritti portuali per i passeggeri e le merci rotabili in imbarco e sbarco dalle navi, l’ente guidato da Francesco Maria di Majo precisa che “di fatto non si parla […]
In merito alla notizia del decreto presidenziale (n.272 del 8 ottobre 2020) con cui l’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno centro-Settentrionale stabilisce un aumento dei diritti portuali per i passeggeri e le merci rotabili in imbarco e sbarco dalle navi, l’ente guidato da Francesco Maria di Majo precisa che “di fatto non si parla di un provvedimento definitivo ma solo dell’avvio di un procedimento amministrativo del quale, come previsto dalle legge, è stata data evidenza proprio al fine di una maggiore e totale condivisione con tutti gli operatori alcuni dei quali hanno, ad oggi, fatto pervenire le loro osservazioni dando altresì delle importanti indicazioni alternative per far fronte a una situazione critica per tutti. Questa AdSP è sempre stata e lo è a maggior ragione in questo momento emergenziale, disponibile a un confronto costruttivo e concreto”.
Secondo la port authority c’è ancora margine dunque per fare marcia indietro e correggere, almeno parzialmente, quanto previsto dal decreto in questione che ha già innescato la minaccia da parte di alcuni armatori di dirottare navi e linee altrove.
In una nota la port authority laziale aggiunge: “Appare quindi incomprensibile che, di fronte a un provvedimento non operativo, peraltro redatto sulla base delle richieste pervenute dagli organi di controllo in ordine all’opportunità di trovare all’interno le risorse necessarie a fronteggiare i deficit di bilancio e che quindi può essere considerato una mera base di discussione, si dia luogo da parte di alcuni a una sorta di contestazione generale sull’intero operato dell’ente. C’è invece – prosegue la comunicazione dell’ente – bisogno di coesione e di una condivisione generale delle problematiche da affrontare al fine di trovare, insieme e uniti, soluzioni adeguate. La situazione contingente di certo non aiuta. Ma è proprio in questi momenti che è necessaria la coesione”.
L’AdSP spiega inoltre che “l’avvio del procedimento amministrativo volto alla revisione dei diritti portuali (che peraltro prevede degli aumenti delle tariffe ben al di sotto delle tariffe che furono ridotte con la riforma del 2017 da parte di questo ente) non è un provvedimento definitivo e le ragioni sottostanti a siffatta revisione sono state ampiamente illustrate la settimana scorsa dal responsabile dell’Area Bilancio ai membri dell’Organismo del Partenariato, facendo presente che si trattava piuttosto di una base di discussione sulla quale sviluppare un confronto relativamente ai problemi di bilancio dell’ente; se ne discuterà, come giusto, oggi in Comitato di Gestione e, ancora, nel prossimo Organismo di Partenariato con tutti gli attori del cluster portuale”.
La port authority presieduta da di Majo infine non crede al possibile immediato addio di linee per questo provvedimento: “Non possiamo credere – spiega – che di fronte a un percorso amministrativo appena iniziato che potrebbe condurre, a seguito di un confronto con il cluster portuale, anche a rivedere le proposte dell’ente, possano essere assunte già decisioni da parte di importanti armatori suscettibili di incidere in maniera determinante sulla già fragile economia portuale, senza considerare che nel caso di specie vengono riviste in particolare le tariffe che pagano i passeggeri e non quindi gli armatori”.
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