Attacco dei pirati alla nave italiana Enrico Fermi: le FOTO dell’esercitazione
Nel pomeriggio del 12 novembre, nelle acque del Golfo di Guinea, si è svolta un’esercitazione anti-pirateria che ha coinvolto la nave mercantile Enrico Fermi, una Lpg tanker del gruppo armatoriale genovese Carbofin, la Confederazione Italiana Armatori, il Comando in Capo della Squadra Navale e la Centrale Operativa della Marina Militare, il Centro Operativo Nazionale Guardia […]
Nel pomeriggio del 12 novembre, nelle acque del Golfo di Guinea, si è svolta un’esercitazione anti-pirateria che ha coinvolto la nave mercantile Enrico Fermi, una Lpg tanker del gruppo armatoriale genovese Carbofin, la Confederazione Italiana Armatori, il Comando in Capo della Squadra Navale e la Centrale Operativa della Marina Militare, il Centro Operativo Nazionale Guardia Costiera e la fregata Federico Martinengo.
Lo ha reso noto Confitarma ricordando che proprio in quest’aerea qualche giorno fa l’Unità Fremm della Marina (settima unità della classe Bergamini) è intervenuta in soccorso di un mercatile battente bandiera di Singapore sotto attacco dei pirati. “La missione di presenza e sorveglianza che la Marina Militare svolge in questa zona, di elevato interesse nazionale al fine di contribuire alla libertà di navigazione, alla sicurezza e alla protezione dei mercantili lungo le principali linee di comunicazione marittima, riveste un ruolo cruciale e non meno importanti sono la conduzione di questo tipo di esercitazioni volte a testare le procedure di sicurezza” si legge in una nota della confederazione.
In uno scenario estremamente realistico, è stato simulato un tentativo di abbordaggio al mercantile Enrico Fermi da parte di un gruppo di pirati. L’esercitazione ha avuto inizio con l’attivazione del sistema di allarme di sicurezza (Ssas – Ship Security Alert System) da parte della nave mercantile, che ha inoltrato il segnale di allarme al Centro Operativo Nazionale Guardia Costiera, presso il Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto. Ricevuto il segnale di pericolo, in coordinamento con il Cso (Company Security Officer) della Compagnia armatrice e con Confitarma, la Guardia Costiera ha immediatamente processato le prime notizie ricevute attivando una specifica attività di sourveillance satellitare attraverso i sistemi di monitoraggio del traffico marittimo, individuando così tutte le navi mercantili in navigazione nella zona interessata all’attacco pirata e procedendo ad allertare le rispettive compagnie di navigazione nazionali del potenziale pericolo. Il Centro Operativo Nazionale Guardia Costiera ha, al contempo,
attivato i canali informativi e rilanciato l’allarme al Centro Operativo della Marina Militare presso il Comando in Capo della Squadra Navale, agli organi della Difesa oltre che ai dicasteri del Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale e al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Oltre alla semplice informazione di allarme la Guardia Costiera ha fornito al Centro Operativo della Marina Militare elementi connessi alla consistenza dell’equipaggio e del carico e i piani di security della nave, al fine di permettere l’attivazione dell’intervento dell’assetto navale presente in zona e avvisare le Marine dei Paesi partner e Alleati dell’area.
Nel frattempo, a bordo del mercantile, il Comandante ha avviato le procedure previste dal piano di sicurezza di bordo, disponendo inizialmente il ricovero dell’equipaggio all’interno della ‘cittadella’, una zona sicura della nave, mentre lui stesso e il timoniere rimanevano sul Ponte per assicurare il governo dell’unità. Al momento dell’abbordaggio dei pirati, il Comandante e il timoniere, prima di fermare le macchine, si sono riuniti al resto dell’equipaggio nella cittadella da dove, oltre al controllo del mercantile, sono
state assicurate, e realisticamente provate, le comunicazioni con Nave Martinengo che, appena ricevute le disposizioni operative da parte del Comando in Capo della Squadra Navale, ha rapidamente serrato le distanze al fine di intervenire a salvaguardia dell’equipaggio dell’Enrico Fermi dispiegando uomini e mezzi e, al contempo attivando canali di coordinamento operativo con le Marine partner o alleate presenti nell’area.
L’esercitazione, in linea alle disposizioni per la tutela e salvaguardia da Covid-19, è stata svolta senza interazione fisica tra gli equipaggi delle unità coinvolte mentre, il realismo, è stato assicurato attraverso comunicazioni radiotelefoniche tra i comandanti.
“L’obiettivo dell’esercitazione, volto a valutare le procedure di comunicazione e coordinamento in caso di attacco di pirati, ha confermato la consolidata sinergia raggiunta fra le varie parti coinvolte e l’importanza della presenza di unità navali militari in un’area di cruciale importanza per la salvaguardia degli equipaggi imbarcati e più in generale nella tutela degli interessi marittimi” conclude la nota di Confitarma.
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