Da Confitarma frecciata ad Assarmatori: “Registro Internazionale e Tonnage solo alle compagnie ubicate in Italia”
Giovedì prossimo, 19 novembre, Assarmatori terrà la sua assemblea annuale e la Confederazione italiana armatori (Confitarma) si muove in anticipo lanciandole una frecciatine tanto diretta quanto esplicita. “La sfida che nelle prossime settimane attende la nostra Amministrazione è fondamentale per la marittimità nazionale. Mi riferisco all’estensione dell’impianto normativo del Registro Internazionale e della Tonnage Tax […]
Giovedì prossimo, 19 novembre, Assarmatori terrà la sua assemblea annuale e la Confederazione italiana armatori (Confitarma) si muove in anticipo lanciandole una frecciatine tanto diretta quanto esplicita.
“La sfida che nelle prossime settimane attende la nostra Amministrazione è fondamentale per la marittimità nazionale. Mi riferisco all’estensione dell’impianto normativo del Registro Internazionale e della Tonnage Tax alle bandiere comunitarie, come richiesto dalla Commissione Europa, che dovrà essere necessariamente perimetrato limitando i beneficiari alle sole compagnie armatoriali ubicate in Italia, così tutelando la rotta dell’interesse nazionale, della sua industria e del suo indotto” sono state la parole di Mario Mattioli a conclusione della seconda giornata del mare organizzata da Lines presso la sede di Confitarma.
Un messaggio diretto ad Assarmatori perché è l’associazione guidata da Stefano Messina che da quando è nata (due anni fa) va chiedendo un’apertura dei benefici fiscali e contributivi previsti dal Registro Internazionale non tanto alle società basate in Italia quanto a quelle che imbarcato marittimi italiani. Questo sarà probabilmente uno dei temi centrali che la giovane associazione datoriale degli armatori collegata a Confcommercio-Conftrasporto affronterà nel corso della sua prossima assemblea annuale giovedì. Una revisione dei requisiti per l’accesso al Registro Internazionale basata sulla nazionalità dei marittimi, piuttosto che sulla stabile organizzazione aziendale nel nostro Paese, favorirebbe compagnie come Msc Crociere che a bordo impiega molti lavoratori lavoratori italiani ma ha (alcune) navi che battono bandiere maltese e il quartier generale a Ginevra.
Durate la ‘seconda giornata del mare’ il presidente di Confitarma ha poi ribadito che “occorre prendere coscienza del fatto che il mare per noi è fondamentale”. Purtroppo, ha aggiunto, “abbiamo perso terreno nei confronti dell’estero. L’allarme lanciato dalla logistica nazionale – che sconta un gap di competitività che ha raggiunto i 70 miliardi di euro – sembra aver dato una scossa al sistema. Ma ancora una volta, l’attenzione agli interessi nazionali sembra essere riservata principalmente agli attori logistici di terra, attenuandosi nei confronti degli operatori marittimi. Eppure, come tutti sappiamo, il mare è il primo e determinante anello della filiera logistica nazionale”.
Mattioli ha ancora aggiunto: “Mi fa piacere sottolineare che l’importanza del mare sia stata ormai riconosciuta anche da Confindustria che, per la prima volta ha nominato un vice presidente con specifica delega all’economia del mare”. Eppure “il nostro Paese lascia una componente socio-economica così importante senza una guida unitaria, una cabina di regia che sappia regolare i diversi interessi mettendoli a fattor comune per il bene della società. Ci deve essere sinergia tra tutti gli attori – istituzioni e industria – dell’economia blu perché siamo tutti connessi. Ora dobbiamo allearci, e far sì ci sia una cabina di regia che parli con una voce sola, altrimenti si complica invece di semplificare”.
Un invito all’unione che Mattioli va ripetendo da tempo ma che puntualmente rimane inascoltato perché gli interessi di parte si rivelano, almeno fino ad oggi, maggiori rispetto alle ragioni che porterebbero a una reunion dell’armamento nazionale dal punto di vista associativo.
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