Al via la protesta nei porti siciliani e sardi contro i rincari dei vettori marittimi
Domani, martedì 7 giugno, scatta la protesta degli autotrasportatori attivi nei collegamenti da e per le isole maggiori (Sicilia e Sardegna) per protestare contro i rincari delle tariffe per i trasporti marittimi annunciate dai vettori a seguito dell’entrata in vigore della normativa Imo low sulphur cap 2020. “Nessuno si illuda di trovarsi difronte i soliti […]
Domani, martedì 7 giugno, scatta la protesta degli autotrasportatori attivi nei collegamenti da e per le isole maggiori (Sicilia e Sardegna) per protestare contro i rincari delle tariffe per i trasporti marittimi annunciate dai vettori a seguito dell’entrata in vigore della normativa Imo low sulphur cap 2020.
“Nessuno si illuda di trovarsi difronte i soliti quattro disperati da calmare con un tozzo di pane o peggio con promesse immaginose. Sicilia e Sardegna sono la punta di un iceberg di disagio disperazione e rabbia” afferma Maurizio Longo, segretario generale di Trasportounito. “La totale incapacità del governo e della politica di comprendere che l’innalzamento di costi e delle barriere infrastrutturali annientano territori come quelli delle due isole maggiori, sommata all’indifferenza con la quale si affrontano le rilevanti ripercussioni generate da normative internazionali e comunitarie, generano le premesse per innescare conflitti sociali che, auspichiamo, non escano fuori controllo”.
Longo poi aggiunge: “Il tempo è scaduto e ciὸ a causa della totale assenza di provvedimenti urgenti, finalizzati ad attenuare i costi dei trasporti marittimi, nonché di una qualsivoglia capacità di pianificare azioni in grado di sostenere politiche economiche in territori resi degradati; non si è cioè compresa e non si comprende la gravità della situazione, e ciὸ renderà scontato il compattamento delle categorie economiche, e delle famiglie, sulle ragioni delle proteste”.
La nota di Trasportounito conclude dicendo: “Per l’autotrasporto il caso Sicilia e Sardegna rappresenta una pericolosa scintilla nella polveriera di un Paese che si serve dell’autotrasporto per l’80% del trasporto delle sue merci, ma che continua in modo sempre più ottuso a considerare la maggioranza degli autotrasportatori come una sorta di emarginati da spremere sino a farli fallire costringendoli a operare in condizioni di sfruttamento ed ai limiti della legalità e della sicurezza stradale”.
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER QUOTIDIANA GRATUITA DI SHIPPING ITALY