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“Nel trasporto container non c’è più rispetto dei rapporti commerciali e professionali”
“Sono completamente saltate le regole del gioco e questo mi preoccupa. Nell’ultimo periodo non c’è più rispetto dei ruoli e dei rapporti commerciali e professionali”. A esprimersi con queste parole è Piero Lazzeri, oggi managing director di Bcube Connect (gruppo Bcube), commentando per SHIPPING ITALY l’andamento di mercato attuale delle spedizioni via mare di container. […]
“Sono completamente saltate le regole del gioco e questo mi preoccupa. Nell’ultimo periodo non c’è più rispetto dei ruoli e dei rapporti commerciali e professionali”. A esprimersi con queste parole è Piero Lazzeri, oggi managing director di Bcube Connect (gruppo Bcube), commentando per SHIPPING ITALY l’andamento di mercato attuale delle spedizioni via mare di container.
“Sono per il libero mercato e non mi sono mai considerato uno spedizioniere ribassista nell’intermediazione fra compagnie di navigazione e caricatori” è la premessa dell’ex presidente di Fedespedi e di Spediporto, per poi entrare nel vivo della questione e affermare: “Nei mesi scorsi abbiamo visto porti saltati, partenze programmate e all’ultimo cancellate (e non parlo di quelle già oggetto di blank sailing), quando si riesce ad avere il booking di un container ci si vede poi chiedere un ulteriore peak surcharge su prenotazioni già chiuse altrimenti il container non viene caricato a bordo”. L’esperto spedizioniere paragona questa pratica alla situazione in cui un viaggiatore, dopo aver regolarmente trovato posto e acquistato un biglietto per viaggiare su un aereo, gli venisse chiesto un ulteriore sovrapprezzo per sedersi sul sedile. In casa di mancata accettazione non parte.
“Mi reputo uno dei senior di questo settore e nel mio passato ne ho viste tante, ma quello che sta accadendo in questo momento riesce ancora a sorprendermi. Ho visto cose mai vissute prima” aggiunge Lazzeri. Diversamente da molti suoi colleghi non critica in particolare l’aumento delle tariffe di nolo: “Si sono create le condizioni affinché avvenisse una risalita dei prezzi di trasporto via mare, ed è giusto così” dice, ripetendo “non sono mai stato un ribassista sulle tariffe. Il punto è che ultimamente i requisiti minimi che esistevano nel garantire un servizio non ci sono più. Almeno i comportamenti e il rispetto delle regole dovrebbero essere salvaguardate. Dovrebbe esserci un limite”.
Lazzeri, che oggi presiede anche Sanilog, il fondo di assistenza sanitaria integrativa a favore dei dipendenti delle aziende che applicano il contratto collettivo nazionale di lavoro logistica, trasporto merci e spedizione, parla di “segnali d’allarme” e si domanda con preoccupazione “se questo sarà il futuro delle spedizioni via mare”.
Ricordando il recente caso del gruppo spedizionieristico danese Dsv che ha noleggiato a viaggio tre piccole portacontainer per trasportare dall’Asia all’Europa poche migliaia di container, l’ex presidente di Fedespedi invita a non sottolineare l’ipotesi che prima o poi i colossi delle spedizioni che muovo ogni anno milioni di Teu possano decidere di diventare armatori. “Un progetto del genere in questo momento era azzoppato dall’indisponibilità di container vuoti ma nel lungo termine lo scenario potrebbe cambiare” rileva in conclusione Lazzeri che auspica in ogni caso un rapido ritorno alla normalità.