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“Il porto di Trieste distorce la concorrenza nel traffico ro-ro con la Turchia”: D’Agostino chiamato a rispondere (come Ram)
Zeno D’Agostino, presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mar Adriatico Orientale, è stato chiamato a pronunciarsi, in qualità di amministratore unico di Ram Spa (Rete Autostrade Mediterranee), su un caso segnalato di concorrenza sleale nel trasporto marittimo di carichi rotabili dalla Turchia che favorisce il porto di Trieste a danno degli altri scali affacciati sul […]
Zeno D’Agostino, presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mar Adriatico Orientale, è stato chiamato a pronunciarsi, in qualità di amministratore unico di Ram Spa (Rete Autostrade Mediterranee), su un caso segnalato di concorrenza sleale nel trasporto marittimo di carichi rotabili dalla Turchia che favorisce il porto di Trieste a danno degli altri scali affacciati sul Mar Adriatico.
A sollevare la questione è la società barese Istop Spamat, impresa portuale attiva negli scali di Barletta, Molfetta e Bari, dove gestisce come concessionario un piccolo terminal al servizio prevalentemente di Msc, che ha inviato proprio a Zeno D’Agostino, in qualità di amministratore unico di Ram, e per conoscenza a Ministero dell’Economia, Ministero dei trasporti, Autorità Antitrust, Autorità di Regolazione dei Trasporti, a tutte le port authority dell’Adriatico e ad Assoporti, una lettera con oggetto: “Esenzione del pagamento delle tasse automobilistiche per i veicoli immatricolati in Turchia che effettuano trasporto merci esclusivamente da e per il porto di Trieste”.
La missiva è stata spedita per “segnalare una problematica di natura concorrenziale che affligge da più di 25 anni la competitività della (quasi) totalità dei porti adriatici” nella speranza che D’Agostino, “in considerazione del ruolo ricoperto in qualità di amministratore unico di Ram, si faccia parte attiva ai fini della tutela della effettiva concorrenza dei sistemi portuali nazionali (inclusi quelli adriatici) e dei vettori marittimi che vi operano con scali regolari, nonché a difesa del ‘Programma nazionale delle Autostrade del mare’ di cui Ram, per contro del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, è il soggetto attuatore”.
Il presidente del porto di Trieste chiamato dunque a esprimersi, in qualità di garante e attuatore a livello nazionale dell’intermodalità marittima, su un caso di presunta concorrenza sleale che riguarda il suo scalo.
Il denunciante, Istop Spamat, nella sua lettera ricostruisce anche le puntate precedenti della vicenda ricordando che “a partire dalla metà degli anni ’80, e successivamente agli inizi degli anni ’90, l’allora Ministero delle Finanze stabiliva, da prima, una ‘nuova misura del diritto fisso per gli autoveicoli adibiti al trasporto di merci importate temporaneamente dalla Turchia’ che si sostanziava in una riduzione tariffaria dovuta alla (allora) posizione marginale di Trieste (e del suo scalo portuale)”. Lo stesso dicastero romano “modificava e aggravava ulteriormente tale distorsione, con il decreto 8 ottobre 1993, disponendo la totale esenzione del pagamento delle tasse automobilistiche per i veicoli turchi che effettuavano trasporto di merci da e per il porto di Trieste. Il tutto, creando un regime agevolativo esclusivamente a favore del porto giuliano sebbene gli operatori turchi, già negli anni ’90, avessero reiteratamente espresso la volontà di servirsi di tutti i porti italiani dell’Adriatico”.
Secondo l’impresa terminalistica presieduta da Vito Totorizzo il decreto ministeriale del ’93 (“ad oggi ancora vigente”) avrebbe indirizzato il traffico ro-ro dalla Turchia solo su Trieste penalizzando il porto di Bari e gli altri scali dell’Adriatico creando “un effetto distorsivo in termini di traffico sia tra porti che tra line di collegamento marittimo, obbligando, di fatto, anche gli automezzi (e più in generale i veicoli) con merce destinata al centro-sud a sbarcare a Trieste per poi scendere lungo la penisola con evidenti negative conseguenze in termini di congestione della rete autostradale, di costi energetici e di inquinamento”. La denuncia aggiunge ancora: “Ciò in sostanza starebbe a significare che, ad oggi, un automezzo turco, sbarcato nel porto di Trieste, non possa utilizzare per il viaggio di ritorno il porto di bari o qualsivoglia altro scalo dell’Adriatico (o nazionale) ma sarebbe obbligato a ripercorrere tutta la dorsale adriatica e imbarcarsi nel porto giuliano per il ritorno in Turchia”.
Istop Spamat segnala dunque che “l’attuale contesto avrebbe determinato un’impropria agevolazione tariffaria concessa al porto di Trieste; agevolazione che, sempre stando a quanto ci risulta, sarebbe stata lamentata a più riprese nel corso degli ultimi anni anche da alcuni dei principali operatori marittimi attivi nei porti adriatici”. Nella lettera si parla poi di situazione “in evidente contrasto con la necessità di favorire e incentivare l’attivazione delle autostrade del mare”, “con le regole dettate ai fini della ‘concessione’ degli aiuti di Stato posto che la rinuncia alla percezione di un imposta/tassa costituisca aiuto”.
In conclusione a D’Agostino viene chiesto “un urgente intervento volto a considerare l’opportunità affinché Ram” proponga “l’abrogazione della agevolazione concessa al solo porto di Trieste” o in alternativa “l’estensione dell’agevolazione attualmente prevista per il porto di Trieste anche a tutti i porti italiani o quantomeno a quelli dell’Adriatico sempre più coinvolti nei traffici commerciali con la Turchia”.
La palla passa ora all’amministratore unico di Ram Spa, nonché presidente dell’AdSP che governa il porto di Trieste.
Nicola Capuzzo