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Musso (Grendi): “Il nostro progetto di terminal container a Cagliari non ostacola l’arrivo di altri operatori”
E’ arrivata questa mattina a Caglaiti la nuova nave, più potente e capiente, che il Gruppo Grendi impiegherà a noleggio dal prossimo 15 febbraio sulla linea fra Sardegna e Toscana. Si tratta dell’unità battezzata Wedelsborg (180 metri di lunghezza, 20 nodi di velocità, 2.550 metri lineari e battente bandiera italiana) che ha preso il posto […]
E’ arrivata questa mattina a Caglaiti la nuova nave, più potente e capiente, che il Gruppo Grendi impiegherà a noleggio dal prossimo 15 febbraio sulla linea fra Sardegna e Toscana. Si tratta dell’unità battezzata Wedelsborg (180 metri di lunghezza, 20 nodi di velocità, 2.550 metri lineari e battente bandiera italiana) che ha preso il posto del ro-ro Severine utilizzato negli ultimi 12 mesi sui 5 collegamenti settimanali operati dalla compagnia.
Nell’occasione il gruppo controllato e guidato dalla famiglia Musso è tornato a ribadire l’importanza del porto di Cagliari nella sua strategia operativa rinnovando l’impegno e la richiesta ufficiale di operare l’imbarco e sbarco di container in uno spazio dedicato nel terminal internazionale del porto canale “con vantaggi per l’occupazione e la competitività delle imprese sarde, penalizzate dal protrarsi dell’assenza di un soggetto in grado di gestire l’intero terminal internazionale”.
“La nostra richiesta, avanzata nell’ottobre 2019, è quella di ottenere in concessione un’area relativa a circa 300-350 metri sui circa 1.550 di banchina attualmente disponibili del terminal di Porto Canale. L’obiettivo è quello di costruire un punto fermo in una rete efficiente di trasporto internazionale di container che darebbe maggiore impulso allo sviluppo economico sardo” ha affermato Antonio Musso amministratore delegato di Grendi Trasporti Marittimi. “Per essere più chiari: senza un collegamento diretto con il network logistico internazionale molte imprese sarde rischiano di essere tagliate fuori dal mercato e le aziende che importano prodotti dall’estero di avere un aggravio di costi, inevitabilmente scaricati sui consumatori della Sardegna”.
Musso poi aggiunge: “Abbiamo atteso per oltre un anno l’esito delle procedure per l’ingresso di un operatore in grado di gestire l’intero terminal. Ad oggi non risulta essere stato individuato nessuno in grado di svolgere questo ruolo. Riproponiamo con forza il nostro progetto, che prevede nella sua fase iniziale di servire il traffico internazionale destinato/generato in Sardegna e di crescere e arrivare in 5 anni a traffici di transhipment. L’operatività nel terminal internazionale del Gruppo Grendi porterebbe in tempi brevi alla creazione di una ventina di posti di lavoro diretto, auspicabilmente da selezionare tra le risorse già formate ex Cicit, e altri nell’indotto. Numeri che potranno crescere con l’incremento del traffico. Siamo convinti che l’attività di un nuovo terminal che lavora è sicuramente più di stimolo a eventuali nuovi investitori di un porto che rimane vuoto e fermo per anni. Ci teniamo anche a sottolineare che la richiesta del Gruppo Grendi non ostacola l’ingresso di altri operatori che intendano utilizzare gli oltre 1.200 metri di banchina per il transhipment. Solo per avere un riferimento internazionale basti pensare che il nuovissimo Terminal di TangerMed dispone di 1.200 m di banchina”.
Nel 2020 il Gruppo Grendi ha movimentato nel terminal di Cagliari oltre 32.000 Teu di container provenienti/destinati all’estero, offrendo i servizi di logistica a clienti come Hapag Lloyd e Msc, alla quale il Gruppo Grendi offre da oltre un anno un servizio terminalistico nella sua area storica, in attesa di ottenere uno spazio dedicato nel terminal internazionale.
In Sardegna il Gruppo dispone di 20.000 mq di magazzini di distribuzione, è l’hub per il trasporto e la distribuzione dei prodotti Barilla nell’isola, collega con una linea marittima il porto di Marina di Carrara a Cagliari 5 volte a settimana e si appresta a lanciare una nuova linea merci a nord, da Marina di Carrara a Olbia.