Comitato Venezia Lavora: “Riprendere l’attività crocieristica in laguna”
Il Comitato Venezia Lavora, costituito lo scorso settembre da lavoratori dello scalo che operano nel settore delle crociere, ha lanciato un appello a governo e istituzioni locali per chiedere che “proseguano le interlocuzioni per la ripresa del traffico crocieristico in Italia e a Venezia”, e nel concreto che i protocolli, “unici al mondo”, che hanno […]
Il Comitato Venezia Lavora, costituito lo scorso settembre da lavoratori dello scalo che operano nel settore delle crociere, ha lanciato un appello a governo e istituzioni locali per chiedere che “proseguano le interlocuzioni per la ripresa del traffico crocieristico in Italia e a Venezia”, e nel concreto che i protocolli, “unici al mondo”, che hanno permesso al settore di ripartire in Italia siano “resi operativi anche a Venezia garantendo la ripresa dei traffici in totale sicurezza”.
Per voce di Vladimiro Tommasini, presidente dello stesso Comitato e di Venezia 1937, cooperativa che opera come portabagagli nel porto lagunare, Venezia Lavora rileva inoltre come in questi mesi “si sia parlato di contributi per ristoranti, bar, alberghi, palestre, discoteche” ma “nulla sia stato studiato per lenire la profonda crisi in cui versano i terminal crociere, molti dei quali si trovano peraltro in questo periodo a dover versare i canoni concessori da parte delle rispettive Autorità di Sistema Portuale che solo in pochi casi hanno ridotto l’onere dell’ammontare dovuto”.
“Oggi, che l’arrivo del vaccino e la ripresa dell’economia sono speranze sempre più concrete, ci chiediamo – afferma ancora Tommasini – se una volta usciti dall’incubo di questa pandemia, i lavoratori del settore crocieristico veneziano avranno la possibilità di riprendere ad operare o saranno ancora ostaggio delle mancate scelte politiche che hanno posto un’ipoteca sul futuro di migliaia di famiglie che da nove anni attendono risposte”.
Un concetto ribadito anche da Marco Gorin Vice Presidente del Comitato Venezia Lavora, che rileva: “Oggi con la crisi economica innescata dal Covid-19 abbiamo più che mai bisogno di risposte a soluzioni che non possono più attendere di essere realizzate e soprattutto essere certi che alla ripartenza anche Venezia possa essere della partita e che il nostro porto non venga ingiustamente penalizzato per infondate paure e sterili polemiche il cui unico esito è stato scontato dai lavoratori e dalle loro famiglie”.
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