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Prosegue la salita del dry bulk: noli delle navi Panamax ai massimi dal 2010
I noli marittimi delle navi portarinfuse secche continuano la loro corsa verso l’alto come testimoniato dal Baltic Dry Index che nella giornata di ieri, mercoledì 17 marzo, ha raggiunto nuovi massimi da un anno e mezzo a questa parte. A beneficiarne in particolare le navi classe panamax che, grazie all’elevata domanda di stiva da parte […]
I noli marittimi delle navi portarinfuse secche continuano la loro corsa verso l’alto come testimoniato dal Baltic Dry Index che nella giornata di ieri, mercoledì 17 marzo, ha raggiunto nuovi massimi da un anno e mezzo a questa parte. A beneficiarne in particolare le navi classe panamax che, grazie all’elevata domanda di stiva da parte della Cina, stanno ottenendo rate di nolo che non si vedevano da dieci anni.
Il ‘generico’ Baltic Dry Index ha superato quota 2.100 punti tonando ai livelli di settembre 2019 mentre il Panamax Index è salito a 2.583 punti, la vetta più alta dal mese di settembre del 2010. Le rate di nolo spot per queste navi bulk carrier di portata compresa fra circa 60.000 e 90.000 tonnellate hanno raggiunto i 23.245 dollari al giorno.
Peter Sand, analista di mercato per il Bimco, ha parlato di un altra tempesta perfetta nel dry bulk shipping dopo quella che già si è verificata nel trasporto marittimo di container. A far lievitare la redditività sul mercato dei noleggi spot delle navi portarinfuse secche (segmento nel quale molti armatori italiani sono ancora attivi) è l’elevata domanda di trasporto di grano dal Nord e Sud America verso la Cina mentre le navi disponibili e posizionate in quell’area risultano poche.
Se la passano abbastanza bene anche le navi capesize (da oltre 100.000 tonnellate di portata e oltre) il cui indice è salito a 2.162 punti (ai massimi dallo scorso gennaio) e le rate di nolo media sono di circa 18.000 dollari.
In salita anche il Supramax index (arrivato a 2.091 punti), l’indice che traccia i rendimenti delle navi da circa 60.000 tonnellate di portata.
Diverse shipping company (anche italiane) che avevano in previsione di dismettere naviglio stanno cercando di approfittare di questo picco di mercato per spuntare prezzi di vendita mediamente più elevati rispetto a quelli visti negli ultimi anni.