L’AdSP di Venezia ricorre al Tar contro la Via delle opere di protezione delle casse di colmata
“Ci dobbiamo assumere la responsabilità di far emergere chiaramente il paradosso che Venezia e la sua laguna sta vivendo”. Così Cinzia Zincone, Commissario Straordinario dell’AdSP del Mare Adriatico Settentrionale, ha spiegato la decisione dell’ente di ricorrere al Tar del Veneto contro il decreto n. 68 del 05/03/2021 del Mite (Ministero della Transizione Ecologica, ex Ministero […]
“Ci dobbiamo assumere la responsabilità di far emergere chiaramente il paradosso che Venezia e la sua laguna sta vivendo”. Così Cinzia Zincone, Commissario Straordinario dell’AdSP del Mare Adriatico Settentrionale, ha spiegato la decisione dell’ente di ricorrere al Tar del Veneto contro il decreto n. 68 del 05/03/2021 del Mite (Ministero della Transizione Ecologica, ex Ministero dell’Ambiente), il quale ha stabilito che le opere di protezione delle casse di colmata siano da assoggettare alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale.
Dura la presa di posizione di Zincone, che ha parlato “inutili rallentamenti burocratici dovuti ad adempimenti ultronei, a necessari progetti di protezione ambientale della laguna e di Venezia proprio da chi, più di tutti, è titolato e chiamato a difendere l’ambiente”.
Il vertice dell’AdSP ha spiegato di ritenere essenziale che lo stesso ente, “preposto alla promozione e sviluppo del principale motore occupazionale e produttivo della città metropolitana di Venezia se non della Regione del Veneto”, ribadisca “in tutte le sedi opportune la legittimità e la bontà di quei progetti e di quelle procedure che mirano a fare del porto di Venezia uno scalo all’avanguardia dal punto di vista ambientale”.
Nella nota viene ricordato come il progetto di marginamento delle casse di colmata sia stato “curato dal Piopp (Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche, ndr) quale ente preposto alla salvaguardia idraulica e ambientale della laguna, “proprio per evitare che sedimenti potenzialmente inquinati si disperdano nella laguna e nel Canale di grande navigazione Malamocco-Marghera, costringendo peraltro l’Autorità di Sistema Portuale a una manutenzione continua ed economicamente insostenibile”.
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