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Laghezza difende la retroportualità spezzina dall’interporto di Parma
La difesa dell’indotto portuale locale da parte del cluster spezzino torna a farsi sentire a qualche anno di distanza dalle battaglie contro i fast corridor che avrebbero bypassato le aziende di Spezia per ciò che riguardava il ‘momento doganale’ del ciclo di trasporto in import delle merci. Adesso Alessandro Laghezza, presidente di Gruppo Laghezza e […]
La difesa dell’indotto portuale locale da parte del cluster spezzino torna a farsi sentire a qualche anno di distanza dalle battaglie contro i fast corridor che avrebbero bypassato le aziende di Spezia per ciò che riguardava il ‘momento doganale’ del ciclo di trasporto in import delle merci.
Adesso Alessandro Laghezza, presidente di Gruppo Laghezza e di Interporto La Spezia Srl, è intervenuto per dire che “il retroporto, anzi, l’interporto naturale, dei porti di La Spezia e Marina di Carrara, è Santo Stefano Magra. L’idea di estendere una Zona Logistica Semplificata verso le aree di Parma, tra Noceto e Medesano, al di là delle difficoltà oggettive, rappresenterebbe un rischio per gli investimenti e gli sforzi attuati dagli operatori
spezzini proprio per radicare vicino al porto opportunità di occupazione, lavoro e
produzione di ricchezza direttamente legati ai traffici marittimi”.
Laghezza è intervenuto nel dibattito innescato dal presidente dell’Autorità di Sistema
Portuale del Mar Ligure Orientale, Mario Sommariva, manifestando perplessità sull’ipotesi di una Zls che si estenda dal mare sino a Parma. “Una cosa è sostenere con forza – ha affermato Laghezza – il completamento della Pontremolese e il potenziamento delle relazioni economiche con Emilia e Veneto lungo il corridoio Tirreno-Brennero e in questo gli operatori si schierano compatti a fianco del Presidente del porto; un’altra è pensare a una possibile delocalizzazione di attività logistiche e doganali ad alto valore aggiunto verso la pianura Padana, rischiando di impoverire il nostro territorio di quelle ricadute economiche e
occupazionali che un grande sistema portuale come quello di La Spezia/Marina di Carrara deve produrre e lasciare sul territorio stesso.
“Credo fortemente nello sviluppo del retroporto di prossimità, che io definirei ‘Interporto di La Spezia’, una definizione chiara per far comprendere come questa struttura sia vicina e integrata al porto della Spezia” ha sottolineato Laghezza. “È lì che bisogna puntare le nostre attenzioni, consultando e coinvolgendo gli operatori locali nell’elaborazione di un progetto di integrazione virtuosa fra privato e pubblico”.
Proprio in merito al tema della governance dell’interporto di Santo Stefano Magra,
Laghezza ha espresso apprezzamento per l’interesse diretto dell’Autorità di Sistema a
valorizzare queste aree, rimarcando tuttavia come sia necessaria un’interlocuzione
con gli operatori che nel corso degli anni hanno investito, valorizzando un’area precedentemente dedicata esclusivamente al deposito e alla riparazione dei
contenitori.