Bimco lancia (con Cameli) la Gulf of Guinea Declaration per contrastare la pirateria in Nigeria
Bimco, vale a dire la comunità marittima internazionale, chiede che la pirateria nel Golfo di Guinea venga contrastata con un’azione decisa, stabile e coordinata da parte delle forse militari in grado di porre fine all’escalation di attacchi alle navi che prosegue ormai da alcuni anni. La più grande associazione armatoriale a livello mondiale (1.900 membri […]
Bimco, vale a dire la comunità marittima internazionale, chiede che la pirateria nel Golfo di Guinea venga contrastata con un’azione decisa, stabile e coordinata da parte delle forse militari in grado di porre fine all’escalation di attacchi alle navi che prosegue ormai da alcuni anni. La più grande associazione armatoriale a livello mondiale (1.900 membri provenienti da 120 Paesi) ha promosso un documento chiamato Gulf of Guinea Declaration per chiedere alla Nigeria e alla comunità internazionale di risolvere una volta per tutte l’emergenza legata agli attacchi di pirateria lungo le coste dell’Africa occidentale. La dichiarazione è stata firmata finora da 99 soggetti fra società armatoriali, organizzazioni e registri navali. Molte di queste sono italiane e figurano il Rina, Assarmatori e larga parte dei più importanti player armatoriali italiani.
Nel 2020 i marittimi rapiti sono stati 135 e gli attacchi nel Golfo di Guinea hanno rappresentato oltre il 95% degli attacchi sferrati con successo alle navi con coinvolgimento di personale imbarcato a bordo che è stato portato nelle zone del delta del Niger in attesa del pagamento di riscatto.
Bimco accoglie con favore le azioni che alcuni paesi stanno adottando, soprattutto la Nigeria, ma teme al tempo stesso che ci vorranno ancora alcuni anni prima che questo problema possa essere risolto. Nel frattempo l’auspicio è quello che sia predisposto un intervento militare nella speranza di ridurre almeno dell’80% gli attacchi alle navi entro la fine del 2023.
“Bimco ritiene che la pirateria possa essere soppressa con appena due fregate con elicotteri e un aereo da pattugliamento marittimo operativi attivamente nella zona. È quindi necessario che i paesi forniscano a rotazione i mezzi necessari e che uno o più stati dell’Africa sostengano lo sforzo con la logistica e il perseguimento dei pirati arrestati. La Dichiarazione non aspira a fornire la soluzione a lungo termine al problema della pirateria, ma a contribuire a rendere sicuri i marittimi oggi” si legge in una nota dell’associazione. “Le cause alla radice del problema della pirateria nel Golfo di Guinea possono essere risolte solo dalla Nigeria. Si stima che 30 milioni di persone vivano nel Delta del Niger, molte in condizioni difficili, e sarebbe ingenuo pensare che qualcun altro oltre alla Nigeria possa affrontare alla radice il problema della pirateria”. La Marina militare italiana nei mesi scorsi ha già garantito la sua presenza in quel tratto di mare effettuando anche alcune esercitazioni che hanno coinvolto navi di bandiera italiana.
Carlo Cameli, l’italiano al vertice del Maritime Safety & Security Committee del Bimco, aggiunge: “Tuttavia, sopprimere la pirateria gioverà ai nostri marittimi, proprio come è successo al largo della Somalia qualche anno fa. Stabilizzerà la sicurezza in mare e permetterà alle economie regionali di prosperare. Senza sicurezza non ci può essere sviluppo”.
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