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Il porto di Genova amplia le riparazioni navali con i nuovi capannoni consegnati a cinque imprese (FOTO)
Ci sono voluti circa 10 anni a causa di ritardi, difficoltà finanziarie delle imprese edilizie coinvolte e criticità tecnico-amministrative da superare nelle fasi di collaudo ma oggi il porto di Genova ha potuto celebrare la consegna dei nuovi capannoni (oltre 7.000 mq) destinati ad aziende attive nel settore delle riparazioni navali. Con il completamento del […]
Ci sono voluti circa 10 anni a causa di ritardi, difficoltà finanziarie delle imprese edilizie coinvolte e criticità tecnico-amministrative da superare nelle fasi di collaudo ma oggi il porto di Genova ha potuto celebrare la consegna dei nuovi capannoni (oltre 7.000 mq) destinati ad aziende attive nel settore delle riparazioni navali.
Con il completamento del riassetto concessorio, i capannoni situati nella parte industriale del Porto di Genova, formalmente consegnati ai concessionari Amico & CO. Srl, Ferfrigor Porto Srl, Gennaro Srl, Lagomarsino Anielli Srl e Naval Diesel Srl, sei dei nove moduli disponibili entrano nella piena operatività (anche se da un paio d’anni erano giù utilizzati ma solo come depsoito di materiali). All’atto ufficiale di consegna, questa mattina, erano presenti per l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale Paolo Emilio Signorini e il segretario generale Paolo Piacenza, per la Sezione Industria Navale di Confindustria il presidente Paolo Capobianco oltre a tutti i titolari delle aziende concessionarie.
“Si tratta del raggruppamento di capannoni a levante del distretto industriale delle riparazioni navali, realizzati per una parte agli inizi degli anni Duemila e successivamente ampliati con la realizzazione di ulteriori nove moduli, che prevedono sostanzialmente una zona operativa a piano terra, mentre nei livelli superiori includono locali di servizio e accessori per le altre attività, quali spogliatoi, locali direzionali con uffici singoli e open space” ha spiegato la port authority.
“I capannoni, in origine destinati soltanto per attività di deposito e stoccaggio materiale, in
considerazione dell’avvenuta consegna anticipata dopo l’assenso della Commissione Collaudo, possono ora essere utilizzati per lo svolgimento dell’attività di impresa propria dei concessionari del settore riparazioni navali. A breve troverà conclusione anche il procedimento comparativo in corso relativamente ai rimanenti ulteriori due moduli e mezzo (anche in questo caso verranno prima consegnati per mero deposito e, una volta eseguiti i lavori di impiantistica e ottenuta l’anticipata consegna, per svolgimento attività di impresa)” ha aggiunto il neosegretario generale dell’AdSP, Paolo Piacenza.
Il riassetto dell’area delle riparazioni navali nel porto di Genova, attesa da anni, permette di
rafforzare un settore importante come quello della cantieristica navale. Sono infatti 222 in totale gli addetti delle cinque aziende concessionarie: 70 per Amico & C., 15 di Ferfrigor Porto, 50 Gennaro, 75 di Lagomarsino Anielli e 12 di Naval Diesel. “Il totale di addetti specializzati che operano nelle oltre 80 aziende comprese nell’area demaniale tra Calata Gadda e la zona adiacente alla Fiera del Mare che svolgono attività di costruzione, riparazione, allestimento e demolizione di navi nonché refitting di mega yacht sono attualmente 1.700 diretti a cui si sommano i 1000 indiretti” ha sottolineato Paolo Capobianco, vertice della sezione Industria Navale di Confindustria Genova.
Il presidente della port authority, Paolo Emilio Signorini, nell’occasione ha ricordato i prossimi interventi previsti dal suo ente per questo segmento d’attività e in particolare “le coperture dei bacini 4 e 5, oltre che il nuovo grande bacino di carenaggio a Sestri Ponente. Si parla di investimenti per complessivi 350 milioni di euro” inseriti nel Pnrr e i cui tempi di realizzazione dovrebbe dunque traguardare il 2026. “Stiamo verificando la fattibilità tecnica di queste copertura che non dovranno limitare l’operatività sia dell’ingresso delle navi in bacino che l’attività svolta a terra” ha precisato Signorini.
N.C.