Pnrr: “Gran parte dei fondi destinati all’Italia sono a rischio per le norme sugli aiuti di Stato”
Le norme europee sugli aiuti di Stato rischiano di vanificare gran parte dei fondi pubblici che l’Italia ha ottenuto da Bruxelles nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Né è convinto l’avvocato Francesco Sciaudone, managing partner di Grimaldi Studio Legale, che ne ha parlato dal palco della tre giorni sorrentina organizzata da Alis (Associazione […]
Le norme europee sugli aiuti di Stato rischiano di vanificare gran parte dei fondi pubblici che l’Italia ha ottenuto da Bruxelles nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Né è convinto l’avvocato Francesco Sciaudone, managing partner di Grimaldi Studio Legale, che ne ha parlato dal palco della tre giorni sorrentina organizzata da Alis (Associazione logistica per l’intermodalità sostenibile).
“Il piano della logistica contenuto nel Pnrr è datato. Purtroppo abbiamo continuato ad applicare le stesse regole in un mondo cambiato. A pensare che la programmazione pluriennale sia il metodo giusto ma usiamo regole vecchie per epoche diverse, quindi le imprese che avrebbero dovuto scrivere con le autorità il Pnrr sono state escluse, quando gli unici veri esperti del mercato sono loro, le imprese: questa è l’unica provocazione che mi permetto di fare rispetto a una politica che non ha ancora ben capito come cambiare”: è stato questo l’appello di Sciaudone.
L’esperto avvocato nel suo intervento ha aggiunto: “Sono una persona di buon senso, che è un valore democratico, e tutti usando il buon senso saremmo d’accordo nel dire: mettiamoci d’accordo tutti su come fare al meglio le cose. La concentrazione del mercato non funziona più, le imprese devono fare quello che fa l’Alis, cioè trovare il modo migliore per spendere i soldi della logistica. Ci sono tanti vincoli Europei da rispettare”.
Secondo Sciaudone “il Pnrr è stato scritto senza un’analisi preventiva del rispetto sulle norme degli aiuti di Stato. Le norme storiche sugli aiuti di Stato si applicano per intero anche sugli aiuti del Pnrr, quindi quelle valutazioni sono state solo rinviate a una fase successiva. Questo significa rischiare che una candidatura per un finanziamento possa essere dimezzata o respinta. Significa che pianificare un impegno di 100 milioni per il porto X, espone al rischio di vedersene poi arrivare solo 50. Se non si è verificata la compatibilità di un investimento con le norme europee sugli aiuti di Stato, si corre un grande rischio. D’altro canto il Pnrr è quello, le riforme sono quelle, e la Commissione non ci tratterà in modo diverso. Quindi o cooperiamo come si fa in Alis – che mette a disposizione insieme al nostro studio uno strumento di assistenza per l’utilizzo dei fondi europei – oppure i tuoi bilanci saltano e dovrai restituire gli aiuti, mettendo a rischio continuità delle aziende”.
L’avvocato ha concluso dicendo: “Avere nel Sud 45 miliardi di risorse l’anno da spendere, non da piazzare nel budget e basta, impone poi di riuscire a spenderli; e questo fine pensare che le riforme, pur avviate, bastino è sbagliato. Un esempio? Il dialogo competitivo che è nel codice degli appalti da 6 anni e non era mai stato usato l’abbiamo fatto utilizzare noi dal Comune di Milano per Metropolitana Milanese che grazie a questo ha permesso l’utilizzo dell’ecobonus”.