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Ente Bacini chiede altri 25 anni di concessione a Genova mettendo sul piatto 50 milioni
Cinquanta milioni per la manutenzione delle infrastrutture, l’ampliamento degli spazi a terra dei cinque bacini di carenaggio attraverso una serie di riempimenti e riprofilature, un nuovo pontile fra il cantiere T.Mariotti e il molo dell’ex super bacino per ottenere due nuovi ormeggi operativi. Sono queste, secondo quanto riportato dall’Ansa, gli interventi principali messi sul piatto […]
Cinquanta milioni per la manutenzione delle infrastrutture, l’ampliamento degli spazi a terra dei cinque bacini di carenaggio attraverso una serie di riempimenti e riprofilature, un nuovo pontile fra il cantiere T.Mariotti e il molo dell’ex super bacino per ottenere due nuovi ormeggi operativi. Sono queste, secondo quanto riportato dall’Ansa, gli interventi principali messi sul piatto da Ente Bacini, la società controllata dall’Adsp del Mar ligure occidentale che gestisce i bacini di carenaggio del porto di Genova utilizzati dalle aziende di riparazione navale e refitting, e inseriti nella richiesta di rinnovo della concessione, in scadenza a fine anno, per altri 25 anni. Si tratta di un piano d’investimenti importante ma necessario a mantenere competitiva l’azienda e le infrastrutture che in parte necessitano di interventi; il piano prevede anche una razionalizzazione dell’area e l’aumento degli spazi.
Sempre l’Ansa rivela poi che la partita della privatizzazione, lanciata anni fa con una gara dall’Autorità di sistema portuale, è per ora archiviata, dopo che a inizio anno i vincitori (la cordata Fincantieri, Amico e San Giorgio del Porto) hanno rinunciato all’aggiudicazione ed Ente Bacini prosegue così l’attività in attesa della risposta sull’allungamento della concessione richiesto.
La percentuale di occupazione delle vasche, che misura l’attività del compendio, è al 70%, sui valori degli anni migliori: oggi ci sono meno navi ma restano in bacino per periodi più lunghi. Il nuovo piano d’investimenti proposto interessa tutti i bacini e prevede tombamenti e riprofilature delle banchine che permetteranno di avere più spazio attorno ai bacini 4 e 5, i più grandi che possono ospitare navi fino a 280 metri di lunghezza, e un riempimento anche nell’area in cui sorgeva la Torre piloti e dove si trova la sede della Guardia di finanza (che potrebbe essere spostata per fare più posto alle riparazioni navali), oltre al nuovo molo nell’area ex superbacino. Dentro il piano presentato dalla società non c’è invece la copertura dei bacini di carenaggio, corredata dall’installazione di pannelli fotovoltaici, che prevedrebbe un investimento molto più corposo e per ora è rimasta comunque “congelata” per problemi di impatto paesaggistico.