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Covid-19 e ‘decreto liquidità’ hanno mandato in rosso le attività italiane di Aponte (Marinvest)
L’emergenza pandemica di Covid-19 ha affondato in particolare i risultati di Grandi Navi Veloci, che a loro volta hanno trascinato in perdita Marinvest Srl, la subholding italiana delle attività nel nostro Paese che fanno capo a Gianluigi Aponte, patron di Mediterranean Shipping Company (Msc). L’assemblea dei soci di Marinvest si è riunita lo scorso 28 […]
L’emergenza pandemica di Covid-19 ha affondato in particolare i risultati di Grandi Navi Veloci, che a loro volta hanno trascinato in perdita Marinvest Srl, la subholding italiana delle attività nel nostro Paese che fanno capo a Gianluigi Aponte, patron di Mediterranean Shipping Company (Msc).
L’assemblea dei soci di Marinvest si è riunita lo scorso 28 luglio sotto la presidenza dell’amministratore delegato Gabriele Cafiero e alla presenza del socio unico (la Sas Shipping Services Sarl rappresentata da Alexa Aponte Vago) per deliberare l’integrale copertura della perdita d’esercizio, pari a poco più di 15 milioni di euro, con le riserve rappresentate dagli utili portati a nuovo negli anni precedenti.
A pesare sui conti 2020 sono stai due fattori in particolare: la svalutazione (-25 milioni di euro) della partecipazione di maggioranza in Grandi Navi Veloci e le minori entrate derivanti dai dividendi delle società controllate e collegate (scesi di 13,5 milioni da 23,1 a 9,6 milioni). “Tale decremento – si legge nella relazione sulla gestione – è strettamente collegato alle limitazioni sulla distribuzione dei dividendi previste dal D.L. n.23 del 8 aprile 2020 (decreto Liquidità, ndr) e dalla garanzia prestata da Sace nell’ambito del finanziamento erogato da Mps a favore della società per Euro 25 milioni”. Sul totale delle svalutazioni delle partecipazioni per complessivi 25,4 milioni, la sola Grandi Navi Veloci ha pesato per 24 milioni.
A controbilanciare in maniera significativa queste voci negative è stata invece la rivalutazione dei mezzi navali di proprietà effettuato grazie all’articolo 110 del decreto Agosto (D.L. n.104 del 14 agosto 2020) e per effetto del quale il costo storico è stato incrementato per un importo pari a 18,3 milioni di euro e di conseguenza in bilancio è stata iscritta una riserva di rivalutazione pari a 17,8 milioni.
I ricavi, complessivamente pari a 5,8 milioni di euro, derivano in larga parte dal noleggio di traghetti di proprietà (4,2 milioni), mentre i proventi finanziari calati dai 23,1 milioni di euro del 2019 ai 9,6 milioni del 2020 rispecchiano le minori entrate dalle società controllate e collegate. L’unica società che ha portato nelle casse di Marinvest dei dividendi per l’esercizio passato è stata La Spezia Container Terminal.
A prescindere dai dividendi, i risultati migliori delle controllate della holding italiana di Aponte nel 2020 sono stati garantiti da Agenzia marittima Spadoni (1,1 milione di utile) e Agenzia Maritime Le Navi (7 milioni di profitto). I risultati peggiori sono invece stati quelli di Grandi Navi Veloci (-41,9 milioni di euro di risultato netto), Snav (-5.9 milioni) e Stazioni Marittime Spa di Genova (-3,6 milioni).
Fra le imprese collegate (dunque non controllate) da Marinvest spicca l’utile di quasi 112 milioni della Ignazio Messina & C. e quello da 45,6 milioni di Ro Ro Italia, così come quello di Contrepair (1,9 milioni), di Lorenzini (quasi 1,3 milioni), di A.C.T. (1 milione), di T.I.V. (1,29 milioni) e come detto il maxi profitto di La Spezia Container Terminal (28,5 milioni). In perdita invece le attività nel settore delle crociere (partecipazioni in stazioni marittime in vari porti d’Italia).
Nicola Capuzzo