Al Tavolo del Pnrr Confitarma sì, Assarmatori no. Anche Assoporti esclusa
Il primo ministro Mario Draghi ha firmato meno di una settimana fa il Dpcm che istituisce il “Tavolo permanente per il partenariato economico, sociale e territoriale”, organo che in base al Dl Semplificazioni bis, n.77/2021, svolgerà funzioni consultive alla cabina di regia per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, l’organo che, costituito dal premier […]
Il primo ministro Mario Draghi ha firmato meno di una settimana fa il Dpcm che istituisce il “Tavolo permanente per il partenariato economico, sociale e territoriale”, organo che in base al Dl Semplificazioni bis, n.77/2021, svolgerà funzioni consultive alla cabina di regia per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, l’organo che, costituito dal premier e dai ministri maggiormente interessati, avrà in mano le fila del Pnrr da oltre 200 miliardi di euro varato dal Governo per rilanciare l’economia del paese nel post pandemia (qui il provvedimento).
Scontato, quindi, data la rilevanza della partita, che l’elenco degli ammessi possa suscitare soddisfazione o malcontento a seconda dei casi.
Sul fronte trasportistico, oltre ai sindacati confederali e alle confederazioni di sigle autonome Cisal e Confsal, Draghi si è orientato sul mondo confederale, indicando Confindustria, Confcommercio e Confetra. L’assenza di Conftrasporto, secondo quanto filtra dall’associazione, non sarebbe un problema, considerandosi sufficiente la presenza di una rappresentanza di Confcommercio, cui la confederazione presieduta da Paolo Uggè aderisce portando in dote svariate sigle del comparto.
Fra esse anche Assarmatori, cui però, secondo quanto appreso da SHIPPING ITALY, la presenza in proprio al Tavolo di Confitarma sarebbe tutt’altro che indifferente. Anche perché al Pnrr afferiscono partite di grande interesse per le associazioni armatoriali, sulle quali, peraltro, le divergenze sono marcate. Vedasi il caso del Decreto Flotte, il decreto attuativo, cioè, dello stanziamento da 500 milioni di euro per l’ammodernamento in chiave green della flotta nazionale, di cui settimane fa il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini ha annunciato la firma, sebbene il provvedimento in Gazzetta Ufficiale non sia mai arrivato, incagliatosi presumibilmente alla Ragioneria dello Stato, con la conseguenza di ininterrotte frizioni a mezzo convegno o stampa fra le due associazioni armatoriali indirizzate a orientare in un senso o in un altro la disciplina dei beneficiari. Al momento, tuttavia, non risultano prese di posizione ufficiali.
Lo stesso dicasi per un altro assente eccellente, vale a dire Assoporti.
Vero che in questo caso trattasi di pubbliche amministrazioni facenti capo allo stesso Mims, che siede nella cabina di regia. Ma è altrettanto concreto e continuamente documentato lo scollamento fra Porta Pia e le Autorità di Sistema Portuale (basti pensare alla paradossale vicenda dell’eurocontenzioso sulla loro natura), così come è vero che a queste amministrazioni sono riservati quasi 3 miliardi di euro. Insomma, se pare incontestabile che al Tavolo debba sedere, fra gli altri, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, meno chiaro è il motivo per cui non vi si unirà quella dei porti.
A.M.
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