Età media del naviglio e tempi di lavorazione nei porti: dove l’Italia è sopra o sotto la media
Così come già registrato nel 2020, anche il “Review of Maritime Transport 2021” segnala che l’Italia fa registrare dati peggiori della media mondiale per tempo medio necessario a servire le navi e per età media delle navi che scalano il nostro paese. Numeri migliori si notano invece per ciò che riguarda la portata media delle […]
Così come già registrato nel 2020, anche il “Review of Maritime Transport 2021” segnala che l’Italia fa registrare dati peggiori della media mondiale per tempo medio necessario a servire le navi e per età media delle navi che scalano il nostro paese. Numeri migliori si notano invece per ciò che riguarda la portata media delle portacontainer che scalano i porti italiani e per la portata massima finora mai registrata per questa classe di navi entrate in uno scalo dello Stivale.
Una tabella del rapporto di Unctad che riassume i dati (forniti da MarineTraffic) sui primi 25 paesi marittimi al mondo rivela che in Italia nell’esercizio scorso sono state 7.929 le toccate nave registrate nei porti: meglio di paesi come India, regno Unito, Germania e Belgio ma peggio di altre 14 nazioni fra cui Spagna, Olanda e Turchia (la classifica è guidata da Cina e Giappone). Il valore mediano della permanenza in porto delle navi in Italia è pari a 0,92 giorni mentre la media dei primi 25 Paesi oggetto di analisi è di 0,71: la spiegazione di questo dato non è necessariamente legato alla dotazione delle infrastrutture terminalistiche o all’organizzazione del lavoro in banchina perché il tempo di permanenza in banchina di una nave varia molto anche a seconda della tipologia di merce trasportata (rinfuse, passeggeri, container, ro-ro, ecc.).
L’età media delle navi che attraccano lungo le coste della Penisola è 16 anni in Italia, a fronte di una media mondiale di 14 anni e questo può essere in parte spiegato anche dall’età media avanzata di molti traghetti (soprattutto quelli medio-piccoli) attivi sulle rotte di corto cabotaggio.
La portata media delle navi portacontainer ‘lavorate’ nei nostri terminal è di 3.886, superiore alla media mondiale che è di 3.543, mentre la nave di maggiore capacità ormeggiata (in questo caso a Gioia Tauro) è stata di 23.756 Teu.
Un’altra tabella del “Review of Maritime Transport 2021” analizza il tempo necessario al ciclo di movimentazione (imbarco o sbarco) di un container a seconda della portata della nave lavorata in banchina. Le statistiche riportate da Unctad (la fonte è IHS Markit Port Performance Program) dicono che per navi di portata inferiore a 500 Teu servono 3,55 minuti per imbarcare o sbarcare ogni box , per navi della fascia 500-1.000 Teu ne servono 2,41, si scende sotto i due minuti dai 1.000 Teu in poi e il tempo medio di imbarco/sbarco risulta inferiore a 1,5 minuti per navi da oltre 2.500 Teu. Per portacontainer da oltre 4.000 Teu questo indicatore segnala tempi inferiori a 1,14 minuti. I tempi dell’Italia risultano quasi per ogni fascia di navi (soprattutto per quelle oltre i 1.000 Teu) più elevati rispetto alla media delle prime 25 nazioni marittime al mondo.
Per ciò che riguarda infine le performance di imbarco e sbarco delle rinfuse liquide sulle navi cisterna, il rapporto prende in considerazione le prime 30 nazioni al mondo e l’Italia fa registrare i seguenti valori: 15 tonnellate al minuto per le fasi di carico, 32 tonnellate al minuto per lo scarico, 47 ore il tempo di attesa in media per poter iniziare le operazioni di carico e 48 per lo scarico.
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