“Sanzioni e autolesionismo”: lo sfogo di Becce (F2i) sull’import di prodotti siderurgici
“Le merci vengono pagate all’imbarco e pertanto agli oligarchi o alle società oggetto d restrizioni non frega nulla di quanto accade nei nostri porti in quanto hanno già incassato il dovuto”
Con un post affidato a LinkedIn l’amministratore delegato di F2i Holding Portuale, Alessandro Becce, mette in luce le criticità e i paradossi che le sanzioni internazionali contro la Russia per l’invasione militre dell’Ucraina stanno provocando sugli scambi commerciali e sulle importazioni di merci anche verso l’Italia.
Parlando di “Sanzioni e autolesionismo” l’esperto manager portuale ha scritto: “Fatico a capire la logica di alcune sanzioni: una volta arrivate sulle banchine dei nostri porti viene bloccato lo sdoganamento di merci riconducibili alla Russia o a società controllate da oligarchi in black list. Tale azione sta penalizzando la nostra industria siderurgica che ha fame di materie prime (ghisa, rottame, bricchette). Peccato che le merci in questione vengono pagate all’imbarco e pertanto agli oligarchi o alle società oggetto di tali restrizioni non frega nulla di quanto accade nei nostri porti in quanto hanno già incassato quanto dovuto” è il paradosso segnalato dall’a.d. di Fhp. Che ha aggiunto: “Il danno così ricade solo sull’industria italiana che ha pagato materie prime che non può ritirare e sui porti che si trovano piazzali occupati da merce che non può essere consegnata e che toglie spazio e risorse a merce libera da vincoli: così al danno sommiamo la beffa”. Questo infine il commento di Becce: “Facciamo quello che serve ma facciamolo bene valutando bene le implicazioni: il blocco delle merci allo sbarco è un vero autogol! Non mi sembra una buona idea”.
Prima di lui era stato nei giorni scorsi anche Augusto Cosulich, presidente del gruppo Fratelli Cosulich, a parlare delle criticità imposte del conflitto in Ucraina sulla logistica dei prodotti siderurgici verso l’Italia: “Quando siamo entrati nel mercato siderurgico abbiamo stretto rapporti con il gruppo ucraino Metinvest ma purtroppo la loro enorme fabbrica a Mariupol è in questo momento sotto le bombe” ha raccontato l’esperto imprenditore genvoese in occasione del seminario sui noli marttimi organizzato dal Gruppo Giovani di Assagenti. “Gli altri stabilimenti produttivi nel nord-ovest del Paese – ha aggiunto Cosulich – invece stanno operando regolarmente ed è per quelli che abbiamo il dovere, in qualità di partner logistico, di studiare vie di transito alternative. Dato che nei porti di Mariupol, Odessa e Nikolaev non possiamo andare, abbiamo incontri con le ferrovie ceche e polacche per trasportare via treno questi prodotti e portarli in Croazia dove abbiamo aree di distribuzione e nostre società di spedizione. Da lì i carichi verrebbero poi imbarcati a Ploce o a Fiume e spediti via nave oceanica”.
Cosulich nella stessa occasione ha anche auspicato che l’Italia e i Paesi dell’Occidente cancellino le sanzioni contro l’Iran per riavviare i traffici (anche di prodotti siderurgici) con l’Italia.
N.C.
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