Il barile è franato e i noli sono andati in orbita
Contributo a cura di Ennio Palmesino ** Broker marittimo L’Arabia Saudita, dopo che la Russia si è rifiutata di tagliare la produzione di petrolio per far rialzare i prezzi, ha deciso di sfidare la stessa Russia e gli Stati Uniti sul fronte del prezzo. Infatti, se il prezzo del barile scende ancora, Russia e […]
Contributo a cura di Ennio Palmesino *
* Broker marittimo
L’Arabia Saudita, dopo che la Russia si è rifiutata di tagliare la produzione di petrolio per far rialzare i prezzi, ha deciso di sfidare la stessa Russia e gli Stati Uniti sul fronte del prezzo. Infatti, se il prezzo del barile scende ancora, Russia e Stati Uniti avranno più da soffrire rispetto ai Sauditi.
Così l’Arabia ha aumentato la sua produzione di 1 milione di barili al giorno e ha fissato un prezzo più basso, poi ha deciso di noleggiare 27 supertankers in zona Golfo Arabico, per assicurarsi di avere abbastanza tonnellaggio per trasportare questo petrolio a destino.
Non era difficile prevedere che i noli sarebbero saliti, dopo che il barile era precipitato sotto ai 30 dollari. Infatti, quando il petrolio scende, di solito aumenta la domanda. Ma questo blitz dei Sauditi sulle tankers in attesa in Golfo Arabico ha colto tutti di sorpresa, e ha fatto salire i noli di queste navi da 30.000 dollari/giorno (chiusura di venerdì 6 marzo) a 280.000 dollari/giorno (chiusura di venerdì 13), molto al di sopra di qualunque previsione gli esperti potessero fare.
I Sauditi hanno lasciato solo 4 o 5 navi libere fino alla prima decade di aprile, sicchè non è difficile immaginare che questi noli possano ancora salire. A strascico stanno salendo anche i noli per caricazioni Atlantico e quelli delle navi nella categoria immediatamente inferiore, cioè le Suezmax (130-150,000 tonnellate).
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