A Trieste prosegue il muro contro muro fra portuali e Wartsila per l’imbarco di motori
La nave Uhl Fusion è arrivata in rada e sarebbe pronta a imbarcare il carico destinato alla sudcoreana Daewoo in autoproduzione ma i lavoratori della multinazionale finlandese e i portuali cercheranno di impedirlo
La nave Uhl Fusion della compagnia armatoriale United Heavy Lift dallo scorso week end è arrivata in rada di fronte al porto di Trieste dove dovrebbe imbarcare 12 motori marini prodotti dal locale stabilimento Wartsila (per il quale è stato annunciato un profondo ridimensionamento con il taglio di 450 posti di lavoro) e destinati ai cantieri sudcoreani Daewoo per scafi in costruzione. Di fronte allo sciopero a oltranza proclamato dai lavoratori del gruppo finlandese produttore di motori (astensione degli addetti a spostamento, imbarco e rizzaggio) e dai portuali triestini che si rifiutano di movimentare il carico, la compagnia di navigazione ha chiesto all’Autorità di sistema portuale del Mar Adriatico Orientale di potere imbarcare il carico in autoproduzione ormeggiando la nave su una banchina diversa rispetto a quella tradizionalmente utilizzata per esportare i motori Wartsila, vale a dire il terminal Frigomar di cui è socia insieme a Samer e che sorge presso il canale industriale.
La procedura di imbarco in autoproduzione, per la quale serve il benestare della port authority e dell’autorità marittima, consentirebbe alla nave e a Daewoo di bypassare lo stato di agitazione dei lavoratori portuali e di Wartsila ma l’impressine è che non sarà rilasciato facilmente questo permesso. Tanto che la nave rischia di rimanere in rada ancora per diversi giorni. Non è escluso che i protaginisti di questa spedizione sempre più complicata provino a trasferire i motori in qualche scalo limitrofo (vedi Koper ad esempio) anche se il loro trasporto via strada difficilmente passerebbe inosservato.
In città a Trieste intanto si prepara una mobilitazione generale con una manifestazione indetta per il 3 settembre. Mentre i lavoratori della multinazionale finlandese invocano la partecipazione della città a una manifestazione collettiva, la Triestina Calcio ha chiesto e ottenuto di spostare la partita d’esordio in serie C contro il Pordenone dal pomeriggio alla sera dello stesso giorno.
La novità delle ultime ore è stata l’incontro del Console generale della Corea del Sud, su richiesta di Daewoo, in via telematica con il prefetto Annunziato Vardè. Non ci sono stati ultimatum, ha spiegato Vardè, anche se è stato citato il diritto internazionale e proprio il prefetto domani incontrerà i sindacati con i quali fare il punto della situazione e ai quali chiederà comunque di protestare nei limiti della legge che si traduce in: niente picchetti se non davanti alla Wartsila.
Peraltro il gruppo che detiene la maggioranza delle quote è Investor Ab, società della famiglia svedese Wallenberg che detiene anche la maggioranza di Electrolux. Il gruppo in una nota ha sottolineato che si sta procedendo sulla base dei perimetri della legge e che il 14 settembre, come previsto, sarà consegnato il piano aziendale.
L’azienda, in una nota, sottolinea come “dopo aver annunciato i piani relativi alle attività manufatturiere di Trieste e aver partecipato a un tavolo di confronto al Ministero dello Sviluppo Economico il 27 luglio, Wärtsilä ribadisce lo svolgimento del proprio operato in conformità al quadro legislativo italiano. L’azienda sta seguendo correttamente la procedura indicata dalla legge, che prevede al termine di 60 giorni dalla data di comunicazione di avvio della stessa, la presentazione di un piano per mitigare le ricadute occupazionali ed economiche conseguenti alla decisione presa”.
“A oggi Wärtsilä ha dimostrato, in tutte le sedi e i tavoli di confronto a cui l’azienda ha preso parte, la piena volontà e disponibilità a collaborare con i sindacati e le Istituzioni per identificare le misure a sostegno dei suoi lavoratori nell’ambito della procedura di legge. E’ interesse comune assicurare il futuro delle funzioni che resteranno operative e importanti per l’azienda a Trieste e in Italia anche negli anni a venire: ricerca e sviluppo, vendita, project management, sourcing, assistenza e formazione” conclude la nota del gruppo finlandese che però non fa passi indietro rispetto alla decisione di chiudere la produzione di motori marini.
Sul caso, come riportato da IlFriuli.it, è intervenuto nuovamente anche il governatore Massimiliano Fedriga che, su La7 ha annunciato la sua presenza in piazza alla manifestazione del 3 settembre. “I motori in porto al momento sono ancora di proprietà di Wartsila, quindi il problema della mancata consegna è dell’azienda ed è dovuto alla scelta scellerata di chiudere la produzione, contro i suoi stessi interessi, anche alla luce dei rapporti con clienti italiani importanti, come quello con Fincantieri”.
“Il ministro Giorgetti segue la situazione da un anno e aveva ricevuto ampie rassicurazioni dal Governo finlandese, poi smentite dalle scelte dell’azienda”, ha poi precisato Fedriga. “Oggi abbiamo un problema concreto e ci troviamo di fronte a una situazione molto complicata, ovvero una procedura di licenziamento in base a una norma che, di fatto, favorisce le delocalizzazioni. Istituzioni e sindacati si trovano in una situazione insostenibile, letteralemte con la pistola alla testa, perchè se non si firma la procedura i lavoratori non possono accedere alla cassa integrazione…”.
In merito all’ipotesi di una nazionalizzazione, invocata oggi anche da Rocco Palombella, segretario generale Uilm, “c’è un problema tecnico: Wartsila ha bloccato l’utilizzo dei brevetti. Sicuramente si potrebbero attirare altri produttori, ma ci deve essere anche la volontà di vendere a un competitor” ha spiegato Fedriga. “Serve un approccio molto serio, non da campagna elettrale. Finchè Wartsila non deposita un piano e continua con questa impostazione folle, non abbiamo armi oggi per agire. Mi auguro che anche in Europa si muova qualcuno, visto che la multinazionale ha ricevuto finanziamenti pubblici e sul tavolo ci sono aiuti finlandesi” ha concluso il governatore.
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Wärtsilä licenzia 450 operai e trasferisce via da Trieste la produzione di motori marini