A gennaio e febbraio i container nei porti cinesi sono calati del 10,6%
Il dato che molti analisti e addetti ai lavori stavano aspettando è arrivato: in Cina, nei primi due mesi dell’anno durante i quali il Paese ha dovuto fronteggiare la fase più acuta dell’emergenza sanitaria Coronavirus, il volume di container complessivamente movimentati nei porti è diminuito del 10,6%. Lo ha reso noto il Ministero dei trasporti […]
Il dato che molti analisti e addetti ai lavori stavano aspettando è arrivato: in Cina, nei primi due mesi dell’anno durante i quali il Paese ha dovuto fronteggiare la fase più acuta dell’emergenza sanitaria Coronavirus, il volume di container complessivamente movimentati nei porti è diminuito del 10,6%.
Lo ha reso noto il Ministero dei trasporti rivelando che nei primi due mesi dell’anno in corso il totale delle merci movimentate in banchina è stato pari a 1,87 miliardi di tonnellate (-6%) mentre i container sono stati 34,48 milioni in termini di Teu (-10,6% appunto rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente).
I numeri dei primi dieci scali della Repubblica Popolare nel bimestre sono questi: Shanghai 5,9 milioni di Teu (-10.7%), Ningbo-Zhoushan 4,06 milioni (-10,7%), Shenzhen 3,5 milioni (-12,8%), Qingdao 3,17 milioni (-1,4%), Guangzhou 2,85 milioni (-13.7%), Tianjin (2,28 milioni (-3.9%), Xiamen 1,56 milioni (-8%), Dalian 1,06 milioni (-24%), Suzhou 790.000 Teu (-23.9%), Lianyugang 770.000 Teu (-2.2%). In generale tutti i principali porti del Paese hanno fatto registrare imbarchi e sbarchi in flessione nei primi due mesi del 2020.
La stessa panoramica, considerando però tutte le merceologie movimentate, offre alcuni numeri perfino in crescita: il porto di Ningbo-Zhoushan a gennaio ha movimentato 163.31 milioni di tonnellate (-1,8%), Tangshan 96,19 milioni (-10,1%), Qingdao 92,68 milioni (+1,7%), Shanghai 88,12 milioni (-14.7%), Guangzhou 82,23 milioni (-6,6%), Rizhao 78,97 milioni (+4,6%), Suzhou 74,63 milioni di tonnellate (-11.9%), Tianjin 72.08 milioni (+8%), Yantai 61,49 milioni (-1.8%) e Dalian 56,04 milioni (+4,2%).
Dal mese di marzo la Cina si è rimessa progressivamente in moto e le attività nei vari scali nazionali sono tornate a operare quasi completamente a regime.
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