Cinque priorità di Venice Port Community per il rilancio dell’economia marittima
In cima alla lista il tema dell’accessibilità portuale legata alla gestione dei sedimenti (fanghi) e la manutenzione dei canali a Venezia e Marghera
Cinque variabili su cui avere chiarezza per ripristinare al meglio l’operatività del porto di Venezia, ma prima di tutto piano morfologico e gli escavi. Venice Port Community (VPC), associazione che annovera 36 operatori dei vari settori del mondo portuale, chiede alla politica risposte certe. A partire dal tema dell’accessibilità portuale legata alla gestione dei sedimenti (fanghi) e la manutenzione dei canali. Poi la ricerca di una crocieristica sostenibile anche economicamente per gli operatori, la gestione del Mose, la creazione di un modello di porto competitivo e la certezza del quadro normativo sulle concessioni e le prospettive.
Alla presenza del presidente della port authority di Venezia, Fulvio Lino di Blasio, del segretario generale, Antonella Scardino, e dell’ammiraglio della locale Capitaneria di porto, Pietro Pellizzari, il presidente di Venice Port Community, Alessandro Becce, ha chiesto risposte: “Il sistema portuale è una parte troppo importante del corridoio adriatico e merita la giusta valorizzazione. Se a est ci sono Trieste, Koper e Fiume, che servono l’Europa, a ovest Venezia, Ravenna e Monfalcono servono l’Italia, siamo funzionali nel sistema-Paese”.
Si sono quindi alternati i tre vicepresidenti nell’affrontare i vari temi. Alessandro Santi ha posto l’accento sulle esigenze di un escavo manutentivo per tornare a un’attività regolare e ordinaria. Un modo per garantire l’accessibilità anche attraverso il Canale Vittorio Emanuele, quindi finalizzare il piano morfologico, il protocollo fanghi e un appello alla Regione Veneto affinché si individuino aree come il Vallone Moranzano per il conferimento dei sedimenti. Michele Cazzanti ha chiesto attenzione alla crocieristica, affinché Venezia torni a giocare un ruolo strategico come hub nell’Adriatico rivendicando il ruolo di home port.
Quindi Sergio Lucchi ha chiesto che il Mose sia completato nella sua intera struttura garantendo anche l’accesso permanente alle navi e che l’operatività tenga conto delle esigenze legate all’attività economica. Altri temi sollevati sono stati la continuità operativa del porto 24 ore su 24, integrandosi con il territorio passando per i servizi ferroviari e fluviali, oltre a una certezza del quadro normativo su rinnovo e durata delle concessioni, per consentire ai terminalisti una programmazione economica.
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