Container vuoti: ora si rischia l’eccedenza nei porti Usa e in Europa
Secondo Sea-Intelligence nelle rotte transpacifiche ci potrà essere un eccesso di 4,3 milioni di Teu
Per il trasporto via mare, quello dei container vuoti continua a essere un problema. Ora però la crisi non ha a più a che fare con la loro carenza ma con il probabile surplus che si profila all’orizzonte.
Per la verità, a parlare di un probabile eccesso di box nei nodi logistici mondiali era già stata nei mesi scorsi Drewry, che aveva evidenziato come l’offerta (aumentata del 13% nel 2021 a quasi 50 milioni di Teu) avesse creato un eccesso 6 milioni di contenitori, un surplus ritenuto però “gestibile” dal settore.
“Il programma di consegna delle nuove navi è molto solido, con la capacità degli slot che dovrebbe aumentare di 3,6 milioni di Teu nel 2023 e di oltre 3,9 milioni di Teu nel 2024” aveva sottolineato al riguardo l’analista John Fossey.
Diversa e più preoccupata è però la valutazione che emerge da l’ultimo report di Sea-Intelligence.
I container ordinati dai global carrier nei mesi scorsi, prodotti in Asia e da lì immessi nelle catene logistiche globali, stanno diventando un problema ora che i transit time si stanno riducendo e rischiano di accumularsi nei porti di Europa e Stati Uniti. La società di analisi, che ricorda di avere preconizzato questo scenario già nel febbraio di quest’anno, ha detto di averlo trovato confermato dalle rilevazioni dell’ultima settimana.
Nel dettaglio, scrive Sea-Intelligence, se all’inizio del 2023 i transit time torneranno a livelli “normali”, il sistema logistico globale si ritroverà con un surplus in Nord America di unità che non potranno essere spedite stanti i network che saranno operativi sulle rotte transpacifiche, con il rischio di saturare magazzini e depositi. Interessante notare che secondo le stime dello scorso febbraio l’eccedenza sarebbe stata di 3,5 milioni di Teu, dato che secondo l’ultimo report si stima invece sarà di 4,3 milioni di Teu.
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