Cambiamenti azionari in vista e nuova acquisizione in Africa per Rimorchiatori Mediterranei
Il socio di minoranza Deutsche Asset Management starebbe cercando acquirenti per il suo 35% o per il 100% della società e Msc figura fra gli interessati
Rimorchiatori Mediterranei, la sub-holding del gruppo Rimorchiatori Riuniti partecipata al 35% dal fondo d’investimento Deutsche Asset Management e attiva nel business del rimorchio protuale, presto potrebbe essere protagonista di importanti cambiamenti azionari. Per il socio di minoranza, investitore istituzionale del gruppo Deutsche Bank, dopo cinque anni dal suo ingresso avvenuto nel 2017 sembra essere arrivato il momento della wayout per cui si sta mettendo in moto la macchina degli advisor incaricati di trovare soggetti potenzialmente interessati. Secondo quanto riferisce Il Sole 24 Ore questo incarico è stato affidato a Lazard.
In vendita verrà messa certamente la quota in mano a Deutsche Asset Management e pari dunque al 35% ma secondo quanto riferito da alcune fonti a SHIPPING ITALY non è escluso che sul mercato possa essere messo anche oltre il 50% di Rimorchiatori Mediterranei al fine di attirare l’interesse non solo di investitori finanziari ma anche di gruppi industriali.
Primo fra tutti, come ricorda anche Il Sole 24 Ore, il Gruppo Msc che nel business del rimorchio portuale da pochi anni è entrato attivamente attraverso la controllata MedTug di cui esistono filiali in Belgio, Olanda, Germania, Spagna e in Italia a Gioia Tauro (dove il 100% di Con.tug era stato rilevato nel 2021). Nei mesi scorsi Msc aveva mostrato interesse verso la gare per i servizi di rimorchio in vari porti italiani come Spezia, Civitavecchia e Genova. Nel capoluogo ligure proprio Rimorchiatori Riuniti si è appena aggiudicata la riconferma del servizio (appalto da 400 milioni di euro per i prossimi 15 anni) e questo rinnovo era probabilmente la tappa che il socio di minoranza attendeva per poter poi monetizzare la sua uscita dalla società.
L’altro grande affare chiuso recentemente da Rimorchiatori Riuniti è stato l’acquisizione del 100% delle società Keppel Smit Towage Private Limited e Maju Maritime Pte Ltd, aziende attive rispettivamente nel porto di Singapore e in Malesia; un’operazione grazie alla quale la società genovese è diventata il terzo player mondiale nel business del rimorchio portuale alle spalle di Smit e Boluda. Per un gruppo armatoriale come Msc attivo in tutto il mondo e alla progressiva ricerca di integrazione verticale, quello di Rimorchiatori Riuniti è certamente un dossier al quale guarderà con interesse.
Rimorchiatori Mediterranei nell’ultimo esercizio (2021) ha chiuso con un utile netto pari a 25 milioni di euro (in crescita rispetto al profitto di 11,3 milioni del 2020) grazie ai proventi delle controllate che dai 19,4 milioni del 2020 sono saliti a 30,9 milioni di euro. Più nel dettaglio Rimorchiatori Augusta l’anno scorso ha fatto registrare un utile di 10,1 milioni di euro, Rimorchiatori Riuniti Porto di Genova 5,3 milioni, Rimorchiatori Salerno 703mila, Tug Malta 3,5 milioni, la ravennate Sers 7,1 milioni, la norvegese Stadt Sjotransport As una perdita di 375mila euro e leggermente in positivo hanno chiuso anche la colombiana Augustea Grancolumbia e la portoghese Kiana Lda.
In termini di dividendi conferiti alla controllante Rimorchiatori Mediterranei 8 milioni sono arrivati da Rimorchiatori Augusta, 5,1 milioni da Tug Malta, 10 milioni da Sers, 8,3 milioni da Rimorchiatori Porto di Genova, 400mila euro dalla portoghese Kiana e 135mila euro dalla partecipata Rimorchiatori Napoletani (azienda in cui il gruppo genovese è salito oltre l’8%). Dei 25 milioni di euro di utile registrati nel 2021, 20 milioni sono stati distribuiti ai soci come dividendi.
Sempre dal bilancio si apprende infine che nei mesi scorsi erano “in corso trattative per l’ingresso di Rimorchiatori Mediterranei nell’azionariato di una società angolana denominata Epinosul, azienda che si occupa del servizio di rimorchio portuale nel porto di Luanda. L’operazione – si legge – dovrebbe prevedere l’acquisto di una quota maggioritaria della partecipazione, detenuta in una holding maltese”.
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