Le compagnie crocieristiche escluse dal maxi-piano di aiuti Usa
Le holding sono registrate nei paradisi fiscali (e là pagano le tasse) e non impiegano per la maggior parte lavoratori connazionali dunque le compagnie crocieristiche non meritano di accedere al maxi-piano di aiuti da 2mila miliardi di dollari varato dal governo per aiutare le imprese a superare la crisi economica conseguente alla pandemia di coronavirus. […]
Le holding sono registrate nei paradisi fiscali (e là pagano le tasse) e non impiegano per la maggior parte lavoratori connazionali dunque le compagnie crocieristiche non meritano di accedere al maxi-piano di aiuti da 2mila miliardi di dollari varato dal governo per aiutare le imprese a superare la crisi economica conseguente alla pandemia di coronavirus.
Lo evidenziano fonti di stampa statunitensi evidenziando come i big delle crociere saranno totalmente esclusi da questi aiuti (si parla di 500 miliardi di dollari destinati alle grandi imprese americane) perché, seppure abbiano i propri quartier generali operativi a Miami, in Florida, le holding sono registrate in vari paradisi fiscali. Carnival Corporation a Panama, Royal Caribbean Cruises in Liberia e Norwegian Cruise Line Holdings alle isole Bermuda.
Dopo varie negoziazioni fra democratici e repubblicani il Congresso degli Stati Uniti ha infatti riservato il pacchetto di misure di sostegno finanziario pubblico solo alle aziende costituite negli Stati Uniti e che per la maggior parte impiegano forza lavoro che risiede nel Paese.
L’associazione mondiale delle crociere Clia ha comunque evidenziato che aiuti saranno riservati anche alle piccole e medie imprese e fra queste ci sono le agenzie di viaggio che sono essenziali per il funzionamento del settore.
In minima parte i big delle crociere potranno sperare di beneficiare indirettamente di qualche misura di sostegno attraverso il governo della Florida perché le agenzie governative statali e locali potranno attingere a una tranche separata di 150 miliardi di dollari di finanziamenti. La Florida, che ospita appunto la capitale mondiale delle crociere, riceverà probabilmente circa 8 miliardi di dollari e almeno una parte di questi finanziamenti potrebbe essere destinata al rilancio delle attività portuali dove molte compagnie gestiscono i propri terminal.
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