Qterminals abbandona il progetto di rilanciare il terminal container di Cagliari
L’Adsp sarda ha reso noto che l’operatore qatariota con una nota stringata ha abbandonato la trattativa avviata oltre due anni fa. Prima si era ritirata anche la cordata Pifim – Port of Amsterdam
Non sarà Qterminals a sancire il riavvio del settore del transhipment nel porto di Cagliari. L’Autorità di sistema portuale del Mar di sardegna ha fatto sapere che “con una nota stringata” la società del Qatar, specializzata nella gestione dei terminal cargo e container, ha comunicato “dopo attente considerazioni, di aver deciso di non proseguire nel progetto” per l’assentimento in concessione demaniale marittima del compendio terminalistico contenitori del porto Canale. La port authority nel suo annuncio aggiunge dunque che “si interrompe bruscamente, e per certi versi inopinatamente, un complesso lavoro di delicato e continuo confronto durato oltre due anni (buona parte in periodo di pandemia), nel corso dei quali sia i vertici che la struttura dell’Autorità di Sistema Portuale hanno costantemente supportato le numerose e necessarie attività di due diligence: dalle varie e accurate ispezioni in banchina dei manager e dei tecnici della società, fino all’aggiornamento puntuale su dati tecnici dell’infrastruttura e statistici, storici e di proiezione, sul settore”. Nel frattempo una parte dell’infrastruttura era già stata data in concessione al Gruppo Grendi che opera attraverso la società Mito.
Il presidente dell’Adsp sarda, Massimo deiana, ha ritenuto di dover preliminarmente informare le sigle sindacali, convocate nella mattinata odierna negli uffici dell’Ente e nei prossimi giorni seguirà un tavolo più ampio con tutte le istituzioni coinvolte per un’analisi comune delle strategie future per la ripresa del comparto.
“Apprendo con dispiacere e un certo disappunto del cambiamento di rotta della Qterminals” ha spiegato Deiana. “Un importante player internazionale che, per oltre due anni, ha impegnato il nostro ente, sostenuto dall’ambasciata d’Italia in Qatar e da Invitalia, in un delicato lavoro che confidavamo potesse concludersi con un accordo storico per il rilancio del comparto del transhipment cagliaritano. Prendiamo atto, anche con una certa sorpresa, della loro scelta, che comunque rispettiamo. Superata la delusione per questa brusca battuta d’arresto delle trattative, non intendiamo, comunque, rimanere fermi a guardare. La madre di tutte le battaglie deve continuare. Immediatamente dopo il confronto con i sindacati, riapriremo la partita, proseguendo i colloqui con altri operatori che, nell’ultimo periodo, hanno manifestato il loro interesse e con i quali, prudentemente, non abbiamo mai smesso di interloquire, confidando nel rinnovato supporto di tutte le istituzioni che chiameremo a partecipare a un tavolo comune”.
Secondo l’ente “rimane forte l’appeal per il porto Canale che, oltre ai numeri crescenti della movimentazione dei contenitori, raddoppiati rispetto allo scorso anno (da poco più di 21 mila Teu del periodo gennaio – settembre 2021 a oltre 46 mila del 2022), può contare sui vantaggi dalla recente istituzione della Zes e della Zona Franca Doganale Interclusa, che si auspica possa prendere avvio nel 2023, nonché della costituzione della Kalport (Karalis Agenzia per il Lavoro Portuale del Transhipment) che, per il prossimo triennio, provvederà a tenere insieme e valorizzare un cluster di competenze e qualità tecnica comprovate, per il quale l’AdSP, insieme ai sindacati e alle istituzioni, è costantemente mobilitata a dare prospettive occupazionali e copertura reddituale”.
Prima dell’insediamento di Grendi e delle presunte mire di Qterminal, l’ex Cagliari International Container Terminal era stato al centro di un altro interesse (poi sfumato) da parte della società Pifim insieme alla Port of Amsterdam.
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