Direzione lavori della diga di Genova, l’Adsp sceglie Rina
L’ente svolge l’istruttoria chiesta dal Consiglio di Stato: resta il mistero sul “servizio di punta”, ma la società genovese prevale su Peg, intanto aggiudicataria in pectore del nuovo Piano regolatore portuale
A oltre due settimane dalla sentenza del Consiglio di Stato che ha riaperto i giochi sull’appalto da oltre 19 milioni di euro per il Pmc – Project management consulting (supporto progettuale e direzione lavori) relativo alla realizzazione della nuova diga foranea del porto di Genova, l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale ha provveduto all’istruttoria cui l’avevano obbligata i giudici e alla conseguente aggiudicazione, affidando l’appalto a Rina Consulting.
Queste le puntate precedenti. Nel gennaio di quest’anno la aggiudicazione a Rina della gara – suddivisa in quattro fasi – era stata annullata dal Tar di Genova su ricorso della seconda classificata, cordata guidata da Progetti Europa & Global (Peg). L’Adsp non ripeté la gara ma appellò la sentenza e, nei mesi successivi, necessitando del Pmc per l’istruzione dell’iter approvativo del progetto preliminare dell’opera, affidò direttamente le prime due fasi a Rina Consulting, previo assenso di Peg. Una cui consociata (Its Controlli Tecnici), negli stessi giorni, risultava aggiudicataria di un terzo appalto collaterale ai lavori della diga, vale a dire quello da 5 milioni di euro per la verifica dei progetti definitivo ed esecutivo dell’opera.
Da lì a poco Adsp attuava le due procedure negoziate che hanno portato – dopo avvio e temporanea chiusura di altro contenzioso – alla recente aggiudicazione dell’appalto principale alla cordata guidata da Webuild (ribattezzata, intanto, Consorzio PerGenova Breakwater). Tre giorni fa, poi, Peg da mandataria è risultata prima classifica nella gara relativa all’appalto per la redazione del nuovo Piano Regolatore Portuale, battendo proprio Rina Consulting, poco dopo, come detto, la pronuncia del Consiglio di Stato sulla direzione lavori.
Pronuncia che riformava la sentenza di gennaio del Tar, ma accoglieva il rilievo di Peg: la soddisfazione del requisito del “servizio di punta” (l’esecuzione cioè nel triennio precedente di un lavoro analogo di importo almeno pari alla metà di quello in gara) da parte del Rina era invalida, perché il “servizio” documentato, la direzione lavori del Ponte San Giorgio, è in realtà terminato dopo il termine per la candidatura all’appalto della direzione lavori.
Da qui la richiesta del Consiglio di Stato di una nuova istruttoria. Oggi l’Adsp, nel decreto di aggiudicazione, “dà atto che” i documenti presentati da Rina (il 24 novembre) in risposta a tale nuova istruttoria sono stati giudicati dal Rup (sempre il 24 novembre) “conformi e idonei a dimostrare la professionalità e l’esperienza dell’Operatore Economico di cui trattasi”. Ma non specifica quale sia il “servizio di punta” portato dal Rina e per il momento non ha pubblicato gli atti dell’istruttoria lampo. Nessun riscontro, inoltre, è arrivato da Palazzo San Giorgio e da Rina in risposta alla richiesta di approfondimento e chiarimenti sul punto.
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