Confitarma critica il ‘Rinnovo flotte’ e chiede al Governo di non disperdere le risorse residue
Contestata la previsione di un vincolo geografico quinquennale legato all’utilizzo dell’unità oggetto di incentivazione e l’obbligo di effettuare gli interventi (anche quelli di refitting) solo nei cantieri europei
La Confederazione Italiana Armatori (Confitarma) in una nota ha espresso “apprezzamento per la positiva conclusione dell’iter di assegnazione delle risorse stanziate attraverso il Fondo complementare per il rinnovo e il refitting della flotta mercantile” ma al tempo stesso ne critica i criteri di applicazione per effetto dei quali alcune società armatoriali (fra cui Grimaldi Group ma non solo) sono rimaste escluse. Come anticipato da SHIPPING ITALY nei giorni scorsi a fare il pieno di contributi sono state soprattutto Grandi Navi Veloci, Toremar, Marnavi, Liberty Lines e Snav.
Dalla ripartizione delle risorse stanziate è emerso che il 67% dei fondi, oltre 330 milioni di euro (su 500), non è stato assegnato. Scendendo nel dettaglio dei dati forniti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, risulta che degli stanziamenti dedicati al refitting delle navi oltre il 75% non è stato impegnato mentre, per quanto concerne la costruzione di nuove navi, tale quota scende al 55%. Confitarma ritiene che questi risultati “non vadano attribuiti a una mancanza di interesse dell’armamento verso tale sistema di incentivazione ma, piuttosto, ad alcuni vincoli previsti per l’accesso che, come più volte da noi segnalato, hanno escluso un’importante quota della flotta operata dall’armamento nazionale”. Tra le maggiori criticità riscontrate la Confderazione presieduta da Mario Mattioli annovera “la previsione di un vincolo geografico quinquennale legato all’utilizzo dell’unità oggetto di incentivazione e l’obbligo di effettuare gli interventi, anche quelli di refitting, solo nei cantieri europei”.
Con particolare riferimento alla prima criticità, “solo una parte del naviglio mercantile operato dall’armamento nazionale – ricorda Confitarma – è impiegato su rotte che toccano continuativamente un porto italiano. Di fatto imporre tale vincolo ha escluso molte imprese, nonostante il complicato processo della transizione ecologica riguardi tutte le navi”. A proposito invece della seconda criticità “l’intensità dell’incentivo, in particolare per il refitting, è inferiore al differenziale di costo che si registra nei cantieri extra-comunitari”. Dunque una questione la convenienza economica.
Confitarma conclude la sua nota ricordando di aver “compreso la scelta a suo tempo operata dall’Amministrazione prestando il proprio supporto al fine di assicurare il maggior successo possibile all’iniziativa” ma, “alla luce di quanto sopra e considerato che le risorse assegnate dal DL 59/2021 erano dirette al rinnovo del naviglio mercantile senza la previsione dei vincoli prima richiamati”, l’associazione confindustriale degli armatori “chiede al Governo di adottare al più presto le azioni necessarie affinché le risorse residuate non vengano disperse. Auspichiamo fortemente che il Governo continui e migliori la strategia di accompagnamento del settore verso la transizione green dell’intera flotta mercantile”.