Approdo a Pentimele: l’Adsp dello Stretto ha quattro mesi per evitare il commissariamento
Dopo Caronte&Tourist anche Diano Spa ottiene una vittoria in Tribunale sul progetto di realizzazione di un terminal a nord di Reggio Calabria
La possibile realizzazione di un nuovo approdo per le navi operanti nello Stretto di Messina, da realizzarsi a Pentimele, poco a nord di Reggio Calabria, continua a rappresentare una spina nel fianco per l’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto.
Oggi, infatti, il Tar di Catania ha accolto un ricorso presentato da Diano Spa, che chiedeva la dichiarazione di illegittimità del silenzio mantenuto dall’amministrazione di fronte alla presentazione di istanza concessoria, presentata nel 2020 e sollecitata più volte, intimando all’Adsp di provvedere con un provvedimento espresso entro 120 giorni, pena la nomina di un commissario ad acta chiamato ad intervenire.
Malgrado quanto opinato in giudizio dall’ente portuale, il progetto è formalmente un altro rispetto a quello analogo sottopostogli da Caronte&Tourist (due infatti sono le concessioni richieste, ancorché limitrofe e di fatto funzionali una all’altra). Un progetto che l’Adsp aveva rigettato, con un atto però impugnato dalla compagnia armatoriale con successo.
Avverso quest’ultima sentenza pende l’appello dell’Adsp ed è per questo, ha spiegato l’ente al Tribunale impegnato sul ricorso di Diano, che “l’amministrazione ha ritenuto di dover subordinare il seguito dell’istruttoria procedimentale all’esito, almeno cautelare, del giudizio di secondo grado, in modo da comprendere se la decisione debba riguardare uno o due progetti concomitanti”.
Diano ha però replicato “che l’interruzione dell’iter procedimentale è stata effettuata dall’amministrazione per mere ragioni di opportunità, ma non è giustificata sotto il profilo giuridico”. E il Tar ne ha accolto la tesi, perché “anche a voler tenere conto del fatto che l’Adsp è divenuta competente a gestire il procedimento amministrativo in esame solo dal 26/11/2019 (e sorvolando quindi sul fatto che l’avvio dell’iter amministrativo risale al 2013, ndr), a seguito di intervento del legislatore – da quella data sono decorsi più di tre anni, e l’amministrazione non ha ancora concluso l’iter con provvedimento espresso. Pertanto, deve ritenersi certamente violato il termine di conclusione del procedimento, e deve ritenersi ingiustificata l’inerzia tuttora mantenuta dall’amministrazione resistente (…). A nulla può rilevare la dedotta circostanza che l’analoga istanza presentata da altro operatore sia stata riscontrata formalmente con atto di diniego, e che questo abbia generato un contenzioso giurisdizionale ancora sub iudice in grado d’appello”.
Da qui il termine perentorio di 4 mesi e l’individuazione già avvenuta del commissario chiamato eventualmente a “sostituire” per la pratica il presidente dell’Adsp Mario Mega: a rimpiazzarlo sarà nel caso il collega Francesco Di Sarcina, numero uno dell’Adsp di Catania e Augusta.
A.M.
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