Piombino non basta a salvare il 2022 dei porti toscani per traffici movimentati
Per gli scali dell’Adsp livornese il ritorno al prepandemia è ancora distante: -13%. Ma ripartono i passeggeri
I dati di fine anno confermano il trend del semestre per i porti dell’Autorità di Sistema Portuale della Toscana: il ritorno ai volumi del prepandemia resta almeno per il momento un’utopia.
A fine 2022, infatti, sono 39.118.620 le tonnellate movimentate dai porti del sistema, oltre il 13% in meno rispetto al 2019 e in calo anche a confronto col 2021 (-5,3%). Piombino e Elba recuperano l’1,2% e il 7,7% sull’anno scorso ma non bastano a compensare il crollo di Livorno, -7,1% (-13,1% sul 2019).
Come riepiloga la tabella, a parte le merci varie (trainate dai forestali che, ha fatto sapere l’ente, “prodotti forestali che hanno registrato un nuovo record di merce sbarcata/imbarcata nello scalo labronico”) sono tutti negativi i risultati delle altre merceologie e solo i rotabili (“con un -3,4% sul 2021, a quota 649.963 mezzi rotabili movimentati, di cui 480.873 a Livorno, pari al -5,7%” non arrivano alla doppia cifra negativa, anche grazie alla “lieve ripresa del traffico delle auto nuove: a Livorno sono stati movimentati 491.159 veicoli, il 5,1% in più rispetto ai 463.338 mezzi dell’anno passato”.
Da evidenziare, per contro, la forte ripresa del traffico passeggeri, in recupero anche rispetto al 2019 (-3,2%), con quelli dei traghetti cresciuti del 1,1%, a tamponare le crociere che, pur in grande spolvero rispetto al biennio covidico, ancora devono tornare al prepandemia (-47%).
“I numeri registrati nel 2022 rispecchiano pienamente le conseguenze della fase attuale e pregressa” ha commentato il commento del presidente dell’AdSP, Luciano Guerrieri: “In questi anni i porti del Sistema hanno dovuto affrontare una crisi umanitaria senza precedenti e oggi si trovano a dover fare i conti con una situazione economica generale difficile, caratterizzata dall’incremento dei costi energetici e di trasporto e dalle incertezze di uno scenario caratterizzato da un tasso di inflazione elevato. La ridefinizione delle catene globali del valore, l’accorciamento della supply chain e il progressivo riavvicinamento della produzione nel Vecchio Continente o in altre aree, potrebbe aprire nuove opportunità di sviluppo per quei porti che sapranno adattarsi alle nuove dinamiche: per questo lavoreremo con ancora maggiore convinzione per rendere più attrattivo il nostro sistema portuale, puntando non soltanto sul potenziamento dell’offerta infrastrutturale ma anche sullo sviluppo della Zls e degli assi di collegamento intermodale”.
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