Survey Srm – Contship fra 400 imprese del Nord Italia: il 58% si affida a spedizionieri
Il 42% degli intervistati ha dichiarato di aver avuto criticità nella catena logistica a causa della guerra tra Russia e Ucraina
Milano – Contship e Srm (centro studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo) hanno presentato a Milano, in occasione del convegno Shipping Forwarding & Logistics meet Industry, la 5a edizione della Survey “Corridoi ed efficienza logistica dei territori”, con lo scopo di portare elementi di analisi di rilievo per accrescere la competitività della logistica italiana.
L’indagine ha interessato 400 aziende manifatturiere che esportano e/o importano via mare utilizzando container localizzate in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto, tre regioni che rappresentano circa il 40% del Pil e il 53% del commercio estero italiano e un’importante quota del proprio commercio avviene via mare (il 31% per la Lombardia, il 38% per il Veneto e il 39% per l’Emilia Romagna).
Il 61% delle imprese intervistate ritiene la digitalizzazione fondamentale per la propria supply chain e tale percentuale arriva a coprire quasi tutto il campione (98%) se aggiungiamo quelle che ritengono sia mediamente importante. A motivare principalmente le imprese a investire in digitalizzazione sono “la possibilità di migliorare l’efficienza e presidiare tutte le fasi dei processi” (opzione scelta dal 56% delle imprese) e “la qualità dei propri servizi” (55%).
Passando alle criticità che devono affrontare i sevizi digitali, il 31% delle imprese chiede un servizio fruibile per sé e i propri clienti e il 30% la possibilità di abbassare i costi di trasporto.
La guerra Russia-Ucraina ha avuto un impatto sulle nostre supply chain. Il 42% è la percentuale di imprese intervistate dichiara di aver avuto criticità nella catena logistica a causa della guerra tra Russia e Ucraina: in tutte le fasi della supply chain (26%), solo in import (11%) e solo in export (5%). La maggior parte delle imprese che ha riscontrato problematiche ha affermato di essere stata impreparata ad affrontarle e il 42% dichiara di non aver ancora trovato una soluzione adatta. Il 21% delle imprese si sta adoperando a trovare una copertura assicurativa, il 19% si sta indirizzando verso operatori logistici strutturati ad affrontare il problema e il 16% sta optando per una diversificazione delle materie prime in import e dei prodotti in export.
Il reshoring è invece risultato un fenomeno da monitorare: in base allo studio, l’11% delle imprese con sedi all’estero ha già pianificato o ha intenzione di riavvicinare parte o tutta la produzione delocalizzata. Il 38% di queste intende ottenere una maggiore autonomia produttiva a vantaggio della resilienza. Il 37% vuole migliorare la qualità dei prodotti così da poter aggredire le fasce alte di mercato. Il 25% intende conseguire un considerevole efficientamento produttivo. La sostenibilità sta diventando parte integrante nella strategia delle imprese.
L’81% delle imprese intervistate (in forte crescita rispetto al 35% del 2021) include la sostenibilità all’interno della propria governance (con picchi di oltre il 90% in Lombardia ed Emilia Romagna), e il 57% lo fa da addirittura da quando è nata l’impresa. Il 70% delle imprese (era il 54% nel 2021) dichiara che i propri clienti attribuiscono un valore alto o molto alto alla sostenibilità ambientale (66% per la Lombardia, 69% per il Veneto e 76% per l’Emilia Romagna) e il dato cresce all’87% nella prospettiva dei prossimi due anni.
A proposito invece dei corridoi logistici portuali, considerando la tratta azienda-porto il trasporto intermodale resta poco utilizzato nelle regioni oggetto di analisi. In export, solo il 2% delle imprese utilizza la modalità strada-ferro (13% è il dato della media 2019-2022) mentre 5% è il dato per l’import (16% la media 2019-2022).
Per quanto riguarda i porti in export, Genova resta il porto più utilizzato (è tra le prime due preferenze per il 78% delle imprese); prendendo in esame la media 2019-2022, Genova resta primo (78%), seguito da Venezia (26%) e da La Spezia (16%).
In import, lo scalo del capoluogo lgure è l’opzione scelta dal 66% delle imprese. Se consideriamo la media 2019-2022, Genova resta primo (74%), seguito da Venezia (20%), Ravenna (18%) e da La Spezia (12%).
Per quanto riguarda i mercati di destinazione del nostro export via mare, il 40% delle aziende predilige mercati europei (Spagna e Regno Unito in testa); il 37% esporta in Asia (in modo particolare in Turchia e in Cina); il 32% delle imprese esporta in Nord America (23% negli Stati Uniti).
Per i mercati di origine dell’import via mare, infine, il 66% delle imprese ha indicato un mercato asiatico tra le prime due preferenze (Cina e India le prime due opzioni); il 16% opta per l’Europa (Spagna e Regno Unito in primis). Segue infine il Nord America, scelto dal 14% delle imprese (Stati Uniti in particolare).
Guardano infine alla gestione logistica cresce il numero di imprese che affida la logistica in outsourcing. Nelle operazioni di export è aumentato, passando dal 66% del 2022 al 77%; discorso simile vale nelle operazioni di import, con l’82% delle imprese che affida in outsourcing la logistica (dal 66% del 2022). Le imprese optano per lo spedizioniere nella logistica conto terzi: dlla survey emerge infatti che il 58% delle imprese utilizza prevalentemente le case di spedizione, il 20% le compagnie marittime, il 10% autotrasportatori di fiducia e l’8% si rivolge ad aziende di trasporto multimodale.