Per il rigassificatore di Piombino un futuro Adriatico
Via libera intanto alle opere sul rigassificatore di Panigaglia per il truck loading
Dopo i primi tre anni a Piombino, il nuovo rigassificatore potrebbe spostarsi in Adriatico.
A renderlo noto è stato il commissario per l’opera e presidente della Regione Toscana Eugenio Giani: “So che Snam sta lavorando anche a soluzioni che dopo tre anni di attività nel porto di Piombino portino la piattaforma offshore sull’Adriatico” ha riferito il governatore in merito alla scadenza del 24 marzo, entro la quale Snam dovrà indicare il luogo scelto per posizionare la struttura al termine del primo triennio di operatività.
La nave Golar Tundra, trasformata in terminale galleggiante presso i cantieri navali di Singapore, ha iniziato nei giorni scorsi la navigazione verso l’Italia dove dovrebbe entrare in esercizio a maggio. Attualmente risulta trovarsi nell’Oceano Indiano, dovrebbe raggiungere lo stretto di Suez il 15 marzo.
Novità, intanto, anche per il rigassificatore di Panigaglia.
Dopo che nel giugno dell’anno scorso per il progetto era stata esclusa la procedura di Valutazione di impatto ambientale, un decreto direttoriale congiunto della Direzione generale infrastrutture e sicurezza del ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica e della Direzione generale per la vigilanza sulle autorità di sistema portuale, il trasporto marittimo e per vie d’acqua interne del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha autorizzato Gnl Italia Spa, la società di Snam che gestisce il rigassificatore, alla realizzazione delle opere funzionali al progetto Truck loading.
Il cui contenuto è riassunto nel decreto stesso: “L’iniziativa mira a favorire e incrementare l’approvvigionamento di Gnl per autotrazione, sfruttando un’infrastruttura già esistente che combinerà alle attività di rigassificazione anche i servizi di Small Scale (caricamento autocisterne). Dal momento che il Terminale di Panigaglia non è facilmente raggiungibile dalle autocisterne di Gnl attraverso la viabilità terrestre, il progetto prevede un’alternativa per garantire l’accesso al Terminale, cioè un “ponte virtuale” dal Terminale di Panigaglia al Porto della Spezia. Il trasferimento delle autocisterne a/da Terminale di Panigaglia verrà assicurato da un Roll-on/Roll-off ferry (traghetto Ro-Ro ferry) dedicato, alimentato da motore elettrico”.
In particolare le opere, che dovranno iniziare entro 12 mesi, concludersi in 36 mesi dall’avvio e rispettare una corposa serie di prescrizioni riepilogate dal provvedimento, “consistono principalmente in: (i) realizzazione di 4 baie di carico per la caricazione delle autocisterne/isocontainer; (ii) rifacimento dell’esistente pontile secondario per l’approdo del Ro- Ro Ferry elettrico che trasporta le autocisterne/isocontainer dal porto di La Spezia; (iii) installazione di 3 pompe di rilancio per consentire il trasferimento del GNL stoccato nei serbatori esistenti del terminale verso le baie; (iv) adeguamento della strada interna al Terminale funzionale al transito delle autocisterne/isocontainer; (v) installazione delle tubazioni necessarie ad alimentare il sistema; (vi) realizzazione di un fabbricato di attesa e controllo; (vii) predisposizione di due aree di sosta delle 3 autocisterne/isocontainer; (viii) realizzazione di una colonnina di ricarica per il Ro-Ro Ferry elettrico e di un cabinato per alloggiamento del trasformatore e (ix) posa di un cavo elettrico per collegamento tra Cabinato trasformatore e sottostazione elettrica esistente del Terminale GNL di Panigaglia”.
Ancora da chiarire dove sarà posizionato l’approdo sul lato spezzino. Come è noto, l’opzione individuata da Snam (Calata Malaspina) ha incontrato alcune contrarietà: “Stiamo valutando soluzioni diverse da Calata Malaspina e quando sarà possibile concludere il procedimento lo faremo. Penso a breve ma dobbiamo avere certezza di alcune questioni che sono attualmente pendenti” ha spiegato Mario Sommariva, presidente dell’Autorità di sistema portuale.
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