Richiamo dell’Autorità Anticorruzione alla port authority di Livorno
Accertate “ripetute violazioni” del Codice Appalti e della normativa Antimafia relativamente a un’aggiudicazione del 2020
“Può affermarsi che le ripetute violazioni sopra riportate della normativa prevista in tema di trasparenza nel controllo della filiera dei subcontratti e tracciabilità dei flussi finanziari, rischiano di aver inficiato le ragioni che hanno condotto il legislatore a prevedere una disciplina così stringente in materia”.
Si conclude così, senza conseguenze concrete ma con l’invito finale “a voler tener conto di quanto specificatamente dedotto e rilevato nella presente comunicazione, in vista di un adeguato e puntuale rispetto della normativa di settore” un accertamento condotto dall’Autorità Anticorruzione su un appalto aggiudicato dall’Autorità di Sistema Portuale di Livorno a fine 2020, a firma della dirigente Roberta Macii (nel frattempo nominata subcommissario per la realizzazione della Piattaforma Europa), a favore della Società Sviluppo Edile Forniture e Appalti Italia S.r.l., con sede a San Vitaliano (Napoli).
“La reprimenda è indirizzata al geometra Massimo Lepri, oggi in pensione, attiene ad una fase di esecuzione dell’appalto – della quale la mia direzione non si occupa – e riguarda un’interlocuzione con l’Anac a firma del segretario ed è inviata al geometra presso la mia direzione” ha precisato Macii.
Si tratta di un appalto per i lavori di fornitura e posa in opera di nuovi parabordi nel porto di Livorno, del valore di 2,3 milioni di euro, aggiudicato con un ribasso superiore al 25%. L’Anac ha contestato all’Adsp la mancata vigilanza sui subcontratti stipulati dall’appaltatore e funzionali all’esecuzione della prestazione. L’ente portuale, inoltre, ha provveduto “tardivamente ad acquisire le dichiarazioni di tracciabilità dei flussi finanziari con il conto corrente dedicato”.
Disposizioni la cui ratio “è quella di aumentare la trasparenza in un settore che si presta a facili abusi e che comporta il rischio che nell’esecuzione delle opere pubbliche intervengano, nei fatti, soggetti esposti ad infiltrazioni da parte della criminalità organizzata, scopo che verrebbe vanificato qualora non vi fosse un adeguato controllo da parte della Stazione Appaltante”.
Da cui la reprimenda di Anac, che ha tuttavia “valutato positivamente l’impegno della Stazione Appaltante nel cercare di sanare ex post tali violazioni, richiedendo all’impresa esecutrice copia di tutti i subcontratti stipulati, comprensivi dei relativi moduli di tracciabilità finanziaria”.
A.M.
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