Bianchina (Csc) presenta il nuovo magazzino del freddo all’Interporto Amerigo Vespucci
Il punto sulle prospettive della nuovissima infrastruttura retroportuale anche per lo scalo labronico e il suo indotto
Un nuovo magazzino del freddo è stato recentemente inaugurato presso l’Interporto Amerigo Vespucci con il nome di Cold Village.
Di questo progetto SHIPPING ITALY ne ha parlato con Luca Bianchina, amministratore unico della società Csc, azienda partecipata per il 40% dall’Interporto Vespucci
Bianchina la Csc opera nel mercato del fresco dal 2011 e dal 2021 ha un nuovo assetto societario. Cosa vi ha spinto a investire prima nel fresco e ora nel freddo?
“Il nuovo assetto Csc è composto dalla parte privata dalla F.lli Colò oggi insieme a Db Group di Montebelluna di Treviso e dalla Ctpr Magagnini e dal socio pubblico di minoranza Interporto A. Vespucci. Storicamente in effetti il mercato del fresco non appartiene né alla F.lli Colò – se non per minima parte per i vini – né alla Ctpr, ma riteniamo sicuramente importante sviluppare segmenti nuovi per diversificare l’attività. La Csc aveva inoltre un expertise maturato negli anni piuttosto importante e la struttura ‘fresco’ era già dotata del deposito doganale privato. Per noi tutto questo rappresenta un mondo molto interessante: Livorno gestisce traffici in importazione di questa tipologia di prodotti e abbiamo ritenuto di poter entrare in questa novità.”
Il 2021 è stato un anno critico in particolare per la guerra e l’aumento dei prezzi, come avete affrontato quella fase così difficile?
“La guerra ha fatto levitare follemente i prezzi dell’energia ma gli imprenditori erano ormai partiti con il progetto, non avevano intenzione di recedere e ho deciso di sposarlo. Non siamo partiti con il freddo perché dovevamo gestire lo tsunami dei costi ma il controllo tariffario energetico era praticamente impossibile. Ci siamo quindi concentrati sulla linea del fresco e non appena si sono calmierati i prezzi e i nostri studi di mercato hanno espresso la richiesta di questo tipo di servizio da parte del mercato abbiamo deciso di partire e inaugurare il nuovo magazzino.”
Qual è l’andamento attuale e quali aspettative avete?
“Nel settore del fresco, dopo una partenza in punta di piedi, ora gestiamo un buon numero di contenitori. Volevamo contribuire alla chiusura del cerchio del progetto Cold Chain ritenendolo uno dei pochi segmenti di nicchia residui per il porto di Livorno. Di fatto non appena ci siamo aperti a questa nuova avventura, il nostro impegno è stato notevole grazie al nostro primo contratto firmato con la Pregis Spa, uno fra i tre più importanti distributori per il settore ho.re.ca. che ha individuato Livorno come suo hub di riferimento. Pregis opera dal Nord al Sud del Paese con continuità e ha una forte prospettiva di espansione. A breve aprirà anche una piattaforma di 200 mila mq in Puglia; vogliamo esserle di supporto grazie anche alla fortunata collocazione del nostro magazzino sotto il profilo logistico e geografico. Non c’è uno storico, perché partiamo come una startup, ma le idee sono molto chiare. Contiamo di arrivare a breack eaven con un volume di ca 1600/1800 teus da oggi al prossimo anno. Un volume decisamente importante che ci fa capire che c’è la buonissima rotazione del prodotto, e più alta è la rotazione più c’è possibilità di far crescere i traffici.”
Quanto ne potrà beneficiare lo scalo livornese?
“I traffici del freddo, che prima erano diretti su La Spezia, Genova e Civitavecchia e in parte sull’Adriatico, quindi polverizzati nei vari porti, oggi sono concentrati su Livorno. C’è quindi una nuova attività terminalistica con traffici che prima non gestivamo da cui trarrà beneficio tutto l’indotto ma che potrà svilupparsi ulteriormente con il progetto Darsena Europa. Le aree retroportuali livornesi, se valorizzate – ed in effetti a questo stanno lavorando l’Interporto Vespucci e l’Autorità di Sistema Portuale – si prestano a un allargamento e a una notevole crescita dello scalo rispetto agli altri porti.”
Quali caratteristiche differenziano questo magazzino del freddo dagli altri?
“Appunto la posizione logistica strategica: essendo nella retro portualità livornese, a circa 7 km dal terminal di sbarco, è favorito rispetto al mantenimento della catena del freddo rispetto ad altre soluzioni logistiche di altri porti. Situato sulla strada di grande comunicazione Firenze-Pisa-Livorno i suoi prodotti in uscita raggiungono con facilità le varie destinazioni. In caso di interesse ci sono gli aeroporti di riferimento di Pisa e Firenze, e direi anche Bologna. Consente di lavorare a temperature negative differenti grazie alle sue due celle principali, separate, con motori separati, che rappresentano un’eccezione nel panorama. Consente di stoccare anche alimentari a temperatura positiva in una cella (+2,+4 gradi) e nell’altra stoccare merce fino a -31 gradi. Come partenza a regime con pallet di 80-120 a pesi sotto i 700 kg si possono stoccare fino a 3000 posti, per quelli di misura 100-120 fino a 2600. L’anticella è di circa 500 mq con 4 bocche di ingresso e di uscita. Dispone di 12 gruppi (plug) ai quali possono allacciarsi i contenitori refrigerati che devono attendere durante le operazioni di carico e scarico. Riesce quindi a garantire sempre il livello del freddo alla merce fino a 16 contenitori contemporaneamente e consente in questo modo ai clienti, nei momenti di picco del lavoro, di non avere costi ulteriori di soste nei terminal. I refrigerati come è noto hanno priorità di scarico e necessità di lavorazione veloce: grazie a questi plug che possono essere utilizzati all’esterno diamo la possibilità al cliente di poter far uscire subito il container dal terminal per portarlo al magazzino mantenendo la catena del freddo inalterata ed evitare il rischio di collassare la struttura ricettizia.”
Interporto Vespucci sta lavorando molto sul campo energetico; questo potrà rappresentare in futuro un risparmio di costi per Csc?
“Interporto ha un’area all’interno della nostra struttura Csc freddo, dove verrà nei prossimi tempi posto un nuovo impianto di cogenerazione. La loro progettualità è molto importante perché corrisponde a una fattiva operatività, e per noi la variabile energetica è prima per importanza. Già l’avere avviato con loro un contratto per il 2023 con dei costi contenuti ci fa operare oggi in un regime di normalità.”
Quali sono le novità che su Csc che possiamo anticipare?
“Insieme alla Db Group vogliamo certificare come sostenibile dal lato energetico il nuovo magazzino per le sue tecnologie avanzate di cui è dotato. I due motori esistenti fra l’altro sono autonomi e ci consentono di operare volendo con uno solo su due celle ottenendo il 50% di riduzione del consumo.”
Quali investimenti avete fatto per la sua massima efficienza operativa?
“Abbiamo già schedulato l’assunzione di due persone che si uniranno ad otto nostri dipendenti per comporre uno staff di 10 persone, ma a regime andremo avanti con le assunzioni perché in questo settore i tempi di lavorazione di carico e scarico non possono essere derogati e richiedono ricambio di personale abbastanza veloce. Riguardo ai mezzi ci sono due nuovi shuttle in grado di operare con temperature molto stressanti per le batterie ed abbiamo ordinato altri due mezzi che operano in altezza. Nel momento top delle importazioni – fra luglio ed agosto – avremo quattro mezzi, uno per ogni cella, più quattro navette elettriche oltre alle altre attrezzature necessarie.”
Il vostro magazzino sta per diventare deposito doganale privato.
“E’ questione di giorni e lo sarà, e questo rappresenta il plus del plus per il nostro magazzino. Se fosse stato dedicato solo alla merce nazionale sarebbe diventato un’eccellenza nella nostra area; pur se già ne esistono in altre non retro portuali. Aggiungere la funzione di deposito doganale privato lo rende unico.”
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