Navi elettriche: nuovo progetto di Università di Trieste con Fincantieri, Rina e altri
Se l’Ateneo di Trieste guiderà un progetto su navi a zero impatto, quello di Genova ne coordinerà uno sulla prevenzione e gestione degli sversamenti
È Giorgio Sulligoi, docente universitario ordinario di Sistemi elettrici per l’energia presso l’Università di Trieste, il coordinatore del progetto V-access (Vessel advanced clustered and coordinated energy storage systems) finanziato dalla Commissione Ue con 5 milioni di Euro.
Obiettivo di V-access è aumentare l’efficienza energetica a bordo delle navi elettriche attraverso tecniche innovative di stoccaggio. Spiega il prof. Sulligoi: “Stiamo aprendo la strada ai net zero vessel, navi senza alcun impatto netto sul clima dovuto alle emissioni di carbonio. Le aziende italiane possono avere molto spazio nel settore, se si muovono per prime”.
Nel corso della durata prevista del progetto, tre anni, il gruppo di ricerca composto da 14 partner internazionali metterà a punto una tecnica che collegherà le batterie di bordo con un sistema di accumulo composto da un magnete e un cavo superconduttivo con un gruppo di supercondensatori. Il tutto sarà integrato da un’innovativa rete elettrica, a corrente continua, per controllare in modo flessibile i flussi di energia tra le diverse tecnologie di accumulo.
Le prime prove su una vera nave sono previste nel 2027. Il target è arrivare alla commercializzazione entro il 2030. Partecipano al progetto, tra gli altri, Fincantieri, Rina, Rse (Ricerca sul sistema energetico), Università di Genova, Birmingham e il Politecnico di Milano.
Proprio l’ateneo genovese, intanto, sarà capofila con Giovanni Besio, professore associato docente di Costruzioni idrauliche e marittime e idrologia, di un altro progetto beneficiario di circa 423mila euro di fondi europei, che sarà presentato domani nel capoluogo ligure. Prompt (Preparedness for Operational Monitoring and Prediction of contaminant Transport in the Sea), cui partecipano Fundacion IH Cantabria, Office de l’Exploitation du Port de Tripoli, University of Jordan, Pm_Ten, Wasdi sarl, European Research Institute Onlus, nasce per fornire strumenti operativi e realizzare attività di formazione nell’ambito della prevenzione e della mitigazione dell’inquinamento marino dovuto allo sversamento di contaminanti quali idrocarburi e sostanze chimiche. Le principali minacce prese in esame dal progetto sono le fuoriuscite di petrolio e di sostanze chimiche, le cosiddette Hazardous-Noxious-Substances (Hns), in aree portuale.
Tra il 2014 e il 2020 sono stati oltre 22mila gli incidenti marittimi segnalati dagli Stati membri dell’Ue, eventi pericolosi per la possibile fuoriuscita di sostanze e la conseguente contaminazione del mare con rilascio di sostanze volatili nocive disperse in atmosfera. Il progetto Prompt vuole rafforzare il livello di preparazione a simili eventi, con particolare attenzione agli Stati del Mediterraneo che subiscono eventuali conseguenze ambientali ed economico-sociali negative degli incidenti marittimi con fuoriuscita di materiali. Tra gli obiettivi di Prompt ci sono l’aggiornamento e l’estensione del Sistema di Supporto alle Decisioni (DSS), sviluppato nell’ambito del progetto europeo Be-Ready della Dg Echo (Direzione generale per la protezione civile e le operazioni di aiuto umanitario europee della Commissione Europea) per aiutare a gestire e contrastare fenomeni come l’inquinamento delle acque e la dispersione in atmosfera delle parti volatili delle sostanze fuoriuscite.
Prompt integrerà in particolare gli strumenti informatici sviluppati nell’ambito del precedente progetto Be-Ready implementando modellazioni numeriche della circolazione costiera e dei processi di dispersione in prossimità del porto di Genova, e svilupperà algoritmi in grado di identificare e caratterizzare automaticamente eventuali sversamenti utilizzando dati provenienti da immagini satellitari, al fine di integrare nel DSS uno strumento dedicato per una localizzazione precisa delle aree interessate dagli incidenti. I contributi tecnico-scientifici infine prevedono anche lo sviluppo di algoritmi intelligenti per l’identificazione di oggetti galleggianti pericolosi per la navigazione commerciale e da diporto quali ad esempio i container. Tra gli scopi del progetto anche il consolidamento e il trasferimento di queste competenze a vantaggio dei sistemi di supporto decisionali degli operatori locali di Libano e Giordania, paesi partner della European Neighbourhood Policy.
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