Un lungo elenco di navi non potrà passare sotto il nuovo Ponte sullo Stretto
Allarme degli ambientalisti: un dossier di Kyoto Club, Lipu e WWF realizzato grazie al contributo di un qualificato pool di esperti individua le principali questioni che rimangono irrisolte anche per la navigazione
È stato varato da pochi giorni il decreto per il ponte sullo Stretto di Messina per collegare definitivamente la Calabria e la Sicilia ma questa approvazione “non supera le criticità di fondo sollevate dagli ambientalisti sulla insostenibilità dal punto di vista ambientale, economico-finanziario e sociale dell’opera”. A dirlo è un gruppo di esperti tra i quali Aurelio Angelini, docente di Sociologia dell’Ambiente e del Territorio all’Università di Palermo, che per Kyoto Club, Lipu e Wwf ha scritto un dossier di 51 pagine dal titolo “Lo Stretto di Messina e le ombre sul rilancio del ponte”.
All’interno del dossier si fa riferimento anche alle navi portacontainer che potrebbero subire non pochi problemi a causa dell’infrastruttura.
Con un “franco navigabile”, in condizioni di massimo carico, di 65 metri, come viene riportato nel progetto attuale, il transito delle più grandi portacontainer in rotta dall’Oceano Indiano verso Gioia Tauro potrebbe subire uno stop”. Ma a subire disagi non sarebbero soltanto le navi dirette a Gioia Tauro, ma anche tutte quelle che salperanno da altri porti italiani come Genova, Napoli, Livorno e Salerno che, dovendo circumnavigare la Sicilia, subirebbero un aggravio dei costi e dei tempi di navigazione. “Innalzare l’impalcato di 15 metri – si legge nel rapporto – comporterebbe una riprogettazione integrale dell’opera”. Motivo per il quale infatti questa ipotesi finora è stata scartata dall’attuale esecutivo secondo quanto riferito dal viceiminitro alle Infrastrutture e Trasporti Edoardo Rixi che aveva rassicurato su altezze dell’opera e transiti.
Il capitolo 6 di questo dossier, scritto da Antonio Di Natale (ecologo marino ed esperto Onu), precisa che “nel 2022 erano attive 69 navi portacontainer di grandissime dimensioni, che non potrebbero mai passare sotto il Ponte, allo stato del progetto attuale. Anche le moderne grandi navi da crociera, come segnalato, non potrebbero passare sotto il Ponte con l’altezza attualmente prevista. La Oasis of the Sea di Royal Caribbean, ha un’altezza di 72 metri, come la Queen Mary 2 e la Symphony of the Seas; Harmony of the Seas è alta 70 metri, la AIDAnova è alta 69 metri, la Disney Dream e la Disney Fantasy sono alte 66 metri, Ovation of the Seas, Quantum of the Seas, Anthem of the Seas, Oasis of the Seas e Allure of the Seas sono alte 65 metri, mentre la Costa Smeralda è alta 63 m. Le navi militari hanno lo stesso problema soprattutto per le porta-aerei. Le navi della classe Nimitz sono alte quasi 77 metri. Anche alcune barche (navi, ndr) a vela, come il Sailing Yacth A sono alte 91 metri”.
L’altezza effettiva, secondo Di Natale, “limita fortemente il passaggio delle nuove grandi navi, rendendo ancora più problematica l’economicità già inesistente dell’opera. Sarebbe quindi necessario, per rendere l’opera liberamente utilizzabile, innalzare l’impalcato almeno di ulteriori 15 metri per poter valutare una certificazione “franco navigabile” ammodernata e adeguata, che tenga conto anche del progressivo innalzamento del livello medio del mare”. Ma “in base a quanto sinora documentato, questo innalzamento dell’impalcato prevederebbe la completa riprogettazione strutturale dell’opera, sia in relazione alle nuove necessità dell’impalcato, che sulla base della necessità di riprogrammare le vie di accesso all’opera, sia autostradali che ferroviarie”.
Nello stesso capitolo del dossier si legge poi: “Occorre considerare che, da progetto, i traghetti (attraversamento dinamico) si sarebbero dovuti comunque mantenere per far fronte alle necessità di attraversamento in caso di chiusura del ponte al traffico e, quindi, sarebbero dovuni rimanere pronti e in totale efficienza per 365 giorni l’anno. Non risulta che questi costi siano stato inclusi nel progetto né, tanto meno, quelli della modernizzazione delle flotte”.
Stando ai dati ad oggi disponibili l’altezza del Ponte sullo Stretto negherà il transito anche alle navi di ultima generazione come quelle che in questi mesi stanno entrando in servizio per la prima compagnia di navigazione al mondo nel trasporto container, ovvero Mediterranean Shipping Company (Msc). La Msc Oscar ad esempio, con i suoi 73 metri di altezza, non potrebbe transitare sotto il Ponte alto 65 metri. Per non parlare della nuova arrivata Msc Loreto, alta 78,1 metri. Luigi Merlo, presidente di Federlogistica, era stato il primo a lanciare questo allarma parlando di “un intralcio alla navigazione” poiché a transitare sullo Stretto di Messina non sono soltanto le navi portacontainer ma anche le navi da crociera più grandi. La nuovissima Costa Smeralda ad esempio, alta 63 metri, transiterebbe ‘a pelo’ sotto il Ponte e forse soltanto in condizioni meteo-marine ottimali mentre la Msc World Europa con i suoi 68 metri sarebbe ‘fuori taglia’.
Merlo, che è anche direttore delle relazioni istituzionali d Msc in Italia, aveva sottolineato che, “una volta costruito il Ponte sullo Stretto, le navi sarebbero costrette a circumnavigare tutta la Sicilia, anche solo per raggiungere Messina o Catania, partendo da Napoli”. Per questo aveva rivolto al Ministero delle Infrastrutture “un preciso quesito per verificare se corrispondano al vero i dati sulle caratteristiche progettuali sulle quali si sta lavorando. L’effetto muro – aveva detto – potrebbe risultare ancora maggiore se il tratto delle navi sotto il ponte avvenisse con moto ondoso marcato, per non parlare di eventi atmosferici ormai diventati consueti anche alle nostre latitudini e, infine, c’è da prendere in consideraizone il fenomeno dell’innalzamento o dell’abbassamento delle maree”.
G.M.
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER QUOTIDIANA GRATUITA DI SHIPPING ITALY