A Msc quasi un terzo del traffico container da e per l’Italia nel 2022 (32,5%)
Cresce la quota di mercato dell’operatore svizzero così come quella di Cma Cgm, mentre cala quella di Maersk
Nel 2022 Msc ha consolidato la sua posizione di compagnia ‘regina’ dei traffici di container via mare da e per l’Italia.
Lo mostra l’ultima indagine sul trasporto internazionale merci di Banca d’Italia, che ha analizzato le quote di mercato dei vettori che gestiscono trasporti navali in import e in export nella Penisola. Per la precisione, come già visto in passato, lo studio non attribuisce i valori alle singole compagnie, limitandosi a parlare della ‘nazionalità dei vettori’, e offre anche poche indicazioni rispetto alle modalità di calcolo di tali quote, segnalando che a queste si arriva dal censimento di oltre 5.000 navi per più di 20.000 movimentazioni, di cui oltre la metà di traffico internazionale. Le equazioni (quali appunto Svizzera = Msc) sono tuttavia piuttosto semplici e nella maggior parte dei casi non troppo approssimative data la presenza di un operatore unico (o comunque di un operatore nettamente predominante) per ogni paese.
Il dato più importante di questa rilevazione, come accennato, è l’affermarsi di Msc, arrivata nel 2022 a gestire il 32,5% (contro il 30% dell’anno prima) del totale (da ricordare tuttavia che nel 2018 aveva toccato il 33,3%). In seconda posizione segue la Germania (etichetta dietro la quale si può rintracciare innanzitutto Hapag Lloyd e verosimilmente ancora anche Hamburg Sud, poi passata sotto il controllo di Maersk), che perde invece quota passando dal 17,7% al 17% del totale. Merita però particolare attenzione quanto accaduto tra terza e quarta posizione, con Cma Cgm (Francia) che nel 2022 è riuscita a scattare al 12,6% (dal 10,4% del 2021) superando così Maersk e proseguendo nella sua avanzata sul mercato italiano, in atto ormai da alcuni anni. Parallelamente, la market share del vettore danese passa invece dal 12,7% all’11,6% del totale, con un calo che lo colloca quindi al quarto posto.
Passando ai vettori di ‘seconda fascia’, ovvero con quote inferiori alla doppia cifra, si nota inoltre il recupero degli operatori cinesi (principalmente Cosco) dal 6,2% al 7,1%, quello dei giapponesi (consociati in One) che salgono dal 4,5% al 5% e quello degli italiani (probabilmente anche per via dell’iniziativa di Kalypso) in aumento dal 2,7% al 3,5%.
Dimezza quasi invece la sua quota di mercato la Turchia (dal 3% all’1,7%), mentre perdono terreno anche Taiwan (Yang Ming, Evergreen) che va dal 2,4% all’1,6% e Israele (Zim), dall’1,9% all’1,7%. In lieve recupero Hong Kong (Oocl) che dall’1,7% passa all’1,9% e Singapore (dallo 0,5% all’1,1%). Quote pari o inferiori all’1% sono invece ora quelle di Stati Uniti (1%), Regno Unito (0,9%), Algeria (0,3%) e Madeira (0,1%) mentre altre nazioni presenti nelle edizioni passate dello studio (tra cui la Corea del Sud, dove ha sede Hmm, così come la Romania o gli Emirati Arabi Uniti) scompaiono invece questa volta dai radar.
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