L’Adsp di Taranto prova a rilanciare il dragaggio del Molo Polisettoriale
Revocato l’appalto a Webuild, l’ente lo assegna a Fincosit/Jan de Nul, che lo potrà completare previo esito positivo delle prove di tenuta della vasca di colmata a lei affidate
L’odissea iniziata 9 anni fa per il dragaggio dei fondali del Molo Polisettoriale al porto di Taranto – concausa dell’addio dell’ex terminalista Tct e della perdita di 500 posti di lavoro – segna un’ennesima tappa, che potrebbe rappresentare un avvicinamento al traguardo.
Dopo la revoca dell’appalto aggiudicato nel 2015 ad Astaldi (poi entrata nell’orbita di Partecipazioni Italia, gruppo Webuild) rivelata da SHIPPING ITALY a fine anno scorso, l’Autorità di sistema Portuale – rivelando a margine che la causa della risoluzione è stata la “mancata esecuzione” delle prove chieste per testare la tenuta della vasca di colmata (ipotizzata per “l’eccessivo disallineamento di pali e palancole del marginamento a mare della cassa di colmata” e attenzionata anche dal Parlamento) – ha ora deliberato di procedere all’affidamento della prosecuzione dei lavori.
L’articolazione dell’atto spiega i mesi trascorsi, perché il percorso non è stato semplice. Dopo che la direzione lavori a fine marzo aveva stilato una relazione che stimava in poco più di 34 milioni di euro il costo del completamento, infatti, l’ente ha proceduto con l’interpello dei secondi classificati nel 2014, la cordata fra Grandi Lavori Fincosit (che, nel frattempo, ad esito di una procedura concorsuale ha affittato il ramo d’azienda a Fincosit Srl) e l’olandese Jan de Nul (con la cooptazione di Grl) e ne è nato un tavolo tecnico per la definizione dell’operazione, dato il tempo trascorso e le modifiche intanto intervenute.
Preliminarmente, infatti, si dovrà procedere a una serie di prove (dureranno 98 giorni) della tenuta idraulica e statica della vasca, prove che, secondo Adsp, “considerata la natura strettamente complementare e propedeutica ai lavori di che trattasi, devono necessariamente essere eseguiti dall’operatore economico che completerà l’opera, non potendo sotto il profilo tecnico essere separati dai lavori oggetto del contratto”.
Il costo è stato stiamto da Fincosit in 2,3 milioni di euro, che si aggiungeranno ai 35 cui da ultimo pochi giorni fa l’ente ha aggiornato il valore del completamento (ricomprendendovi oltre 3,3 milioni per lo smaltimento dei fanghi derivanti dalla realizzazione della vasca di colmata). Il prezzo finale, però, potrebbe essere più alto, perché solo dopo le prove (e lo smaltimento dei fanghi) si capirà se l’opera sia stata realizzata a regola d’arte e, in caso contrario, quali interventi occorreranno. A ciò si aggiunge il fatto che Fincosit ha chiesto e ottenuto che il computo metrico estimativo venga fatto “applicando il prezzario di riferimento vigente alla data dell’aggiornamento”.
A parte i suddetti 98 giorni, quindi, incerti anche i tempi per eventuali correttivi e per il dragaggio vero e proprio, mentre quanto alla copertura dei costi (il cui aumento, rispetto al progetto originario, potrebbe essere oggetto di richiesta di risarcimento a Webuild) la delibera spiega che i lavori sono stati inseriti nella variazione di bilancio preventivo approvata (ma non pubblicata) dal Comitato di Gestione un mese fa e che sarà possibile altresì utilizzare 15,6 milioni di euro resi disponibili da vari atti adottati negli ultimi 9 anni.
Che si andrà fino in fondo, comunque e ad ogni costo, appare certo perché secondo il presidente della port authority Sergio Prete “è da escludere un mancato completamento dell’opera anche in caso di aumento dei costi”, tanto che la delibera dispone che “con successivo e separato atto, si procederà all’assunzione dell’impegno di spesa” nel bilancio 2023 “delle somme dovute per l’espletamento delle attività” di progettazione ed esecuzione dell’opera.
Oltre che per la competitività del San Cataldo Container Terminal gestito dal gruppo turco Yilport, la realizzazione della vasca di colmata è determinate anche per l’appalto da poco bandito dall’Adsp per l’allungamento della diga foranea.
A.M.
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