Tajani (Forza Italia) vagheggia una privatizzazione dei porti italiani
Immediata la reazione del Pd ligure che chede spiegazioni, boccia la proposta e promette una mobilitazione
“Con la manovra dobbiamo gettare le basi per la crescita. […] Per trovare i soldi si può lavorare sulle liberalizzazioni: si può puntare sulla privatizzazione delle municipalizzate e dei porti ma anche su una spending review intelligente, non come quella indicata a suo tempo da Cottarelli”.
Queste poche e generiche parole pronunciate dal coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani, Al Qn e arrivando al Meeting di Rimini, bastano ad accendere una plemica politica sul futuro delle port authority che governano gli scali marittimi italiani oggi gestiti da enti pubblici non economici e per i quali gli altri partner di Governo hanno già avviato progetti di riforma che guardano al modello spagnolo passando per l’autonomia differenziata (invocata soprattutto dalla Lega).
“No alla privatizzazione, dalla Liguria una mobilitazione per fermarla” è l’urlo che si colleva dal Pd ligure. “L’idea che le destre hanno dei sistemi portuali è nemica dei beni pubblici e della concorrenza, dalla Liguria vogliamo far arrivare un secco no a Tajani che parla di privatizzare i porti” dichiarano Davide Natale e Simone D’angelo , rispettivamente segretario regionale e locale a genova del Partito Democratico.
“Cosa intende il vicepresidente del Consiglio per privatizzare? Eliminare il regolatore pubblico? Vendere il demanio marittimo? Il prossimo passo, per coprire i buchi di bilancio, è la vendita del Colosseo e della Fontana di Trevi? Il Ministro Tajani non sa che già oggi il demanio marittimo è dato in concessione a soggetti privati?” si domandano Natale e D’angelo.
“La nostra paura è che si voglia fare cassa perché il Governo Meloni non sa dove reperire le risorse per realizzare almeno una promessa delle decine fatte in campagna elettorale. Contro questa proposta il Partito Democratico Ligure avvierà una mobilitazione che vedrà impegnati tutte le organizzazioni territoriali e i rappresentanti istituzionali” annunciano i segretari del PD Ligure e genovese.
Sulla questione è intervenuta qualche ora più tardi anche il sindacato dei lavoratori Filt Cgil sostenendo che “svendere i porti per fare cassa è sconcertante” perchè “sono un asset strategico per il nostro Paese sotto tanti punti di vista ed è per questo che devono restare in mano pubblica”. La federazione dei trasporti della Cgil sottolinea che “la sola idea di voler privatizzare i porti è di per sé molto grave e vogliamo auguraci che il vicepremier Tajani abbia preso un colpo di sole e che venga smentito dalle altre forze politiche di maggioranza. Diversamente questo Governo troverà una dura e ferma risposta da parte delle lavoratrici e dei lavoratori di tutto il cluster portuale”.
Anche Claudio Tarlazzi, segretario generale della Uiltrasporti, si è detto “molto preoccupante che un partito di governo come Forza Italia metta al centro della propria iniziativa politica la privatizzazione dei porti che va a incidere su un interesse così delicato e importante per il Paese, creando le condizioni per la loro vendita. Un’impostazione con cui non potremo mai essere daccordo e sulla quale daremo battaglia”. Il vertice delle Uiltrasporti aggiunge: “Il 60% dei 600 miliardi di esportazioni del nostro Paese passa per i porti, privatizzarli quindi significherebbe anteporre interessi privati a quelli del Paese. Già nel ’94 l’Italia è stata antesignana in Europa per quanto riguarda la privatizzazione delle operazioni portuali, ma l’ambito demaniale e il sistema di regolazione devono mantenere un’impostazione pubblicistica e chi vuole il contrario troverà sempre la nostra ferma opposizione”.
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