La Guardia Costiera prepara le gare per un nuovo supply vessel e una motovedetta
Buco nell’acqua intanto per la procedura avviata lo scorso marzo per la costruzione di tre unità Sar
Il corpo delle Capitanerie di Porto ha avviato due distinte consultazioni preliminari relative rispettivamente alla fornitura per la Guardia Costiera di un supply vessel e di una motovedetta con funzioni Sar (search and rescue). Le due procedure, ha precisato, non hanno solo una “finalità divulgativa”, ma mirano ad acquisire conoscenze tecniche e confrontare esperienze in vista dell’“eventuale” approntamento di una gara di appalto. Ciò detto, rispetto alle caratteristiche tecniche dei due mezzi il corpo pare avere comunque le idee già abbastanza chiare. Nel primo procedimento si precisa ad esempio innanzitutto che la nave – che viene descritta come ‘Gregoretti Plus’, con richiamo quindi alla unità da supporto realizzata nel 2011 dal cantiere Megaride di Napoli – dovrà avere una lunghezza fuori tutto di 60-70 metri e dislocamento a pieno carico di 2.500 tonnellate, velocità massima ottimale di 18 nodi, autonomia logistica di 20 giorni e infine dovrà essere in grado di ospitare 50 persone. Relativamente alla propulsione, nel documento si cita quella diesel-elettrica, ma si chiede anche di ipotizzare un mezzo dual fuel.
Estremamente dettagliate anche le caratteristiche indicate nel secondo procedimento di consultazione, relativo alla fornitura di una motovedetta Sar, per la quale si ipotizza una lunghezza fuori tutto tra i 14 e i 18 metri, il raggiungimento di una velocità di 35 nodi a pieno carico, una capacità di trasporto di 24 persone (di cui 4 membri dell’equipaggio). Il documento prosegue poi indicandone molti altri requisiti, tra cui la presenza di uno scafo “con profilo a V profonda”, realizzato in composito.
Nel frattempo, il Corpo delle Capitanerie di Porto ha però dovuto registrare un passo falso nella gara, avviata la scorsa primavera, per la costruzione di tre navi Sar “non prototipiche”, un contratto cui – spiegava il bando – avrebbero poi potuto far seguito accordi per la costruzione di ulteriori 22 unità.
Alla scadenza del procedimento, si apprende da un avviso pubblicato sulla Gazzetta Europea, “non sono pervenute o sono state tutte respinte le offerte o domande di partecipazione”. E questo nonostante siano in realtà state numerose le richieste di chiarimenti inviate ai responsabili della gara, e a cui questi hanno dato risposta. Tra i quesiti se ne trova anche uno piuttosto polemico inviato da una non precisata azienda che si descrive come “produttrice di imbarcazioni ad alto contenuto tecnologico, sia civili che militari” che chiedeva di poter presentare progetti di imbarcazioni Sar “più moderne rispetto a quelle richieste dal presente bando”. Questo con lo scopo – spiegava – di offrire “un prodotto maggiormente innovativo ed in linea con lo sviluppo del progresso tecnologico che si è avuto in questi ultimi decenni, rispetto alla vetustà” dei mezzi indicati nel bando.
Al riguardo va ricordato che la procedura riguardava la fornitura di mezzi in alluminio, con lunghezza tra i 18,5 e i 20 metri, in grado di trasportare almeno 120 persone (di cui 100 sul ponte esterno), per funzioni di Sar (Search and Rescue), a fronte di un budget complessivo di 3,85 milioni.
F.M.
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