Per la nuova diga di Genova accelerazione nella posa di ghiaia con la nave di Nova Marine Carriers
Alle fasi finali la realizzazione delle prime 850 colonne sommerse dell’opera con 370 mila tonnellate di materiali posate sul fondale. Ipotesi di modifica del tracciato
È giunta alle fasi finali la realizzazione delle prime 850 colonne sommerse della nuova diga foranea di Genova con 370 mila tonnellate di ghiaia posate sul fondale; in partenza ora i lavori del secondo blocco di colonne dell’opera.
A renderlo noto l’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale nelle stesse ore in cui il presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, ha visitato il Salone Nautico Internazionale di Genova e nell’occasione ha incontrato anche l’amministratore delegato del gruppo Webuild, Pietro Salini, insieme al commissario straordinario della port authority di Genova, Paolo Piacenza.
L’incontro – viene spiegato – è stato “occasione per un aggiornamento sull’avanzamento dei lavori per la realizzazione della nuova diga foranea” fra i quali ci sarebbe anche, secondo quanto rivelato da Il Secolo XIX, un’ipotesi di modifica del tracciato dell’antemurale in modo che l’opera sorga su fondali più profondi anche nel nuovo tratte a Ponente lasciando maggiore spazio acqueo protetto di fronte ai terminal portuali di Sampierdarena che vanno dal Genoa Metal Terminal fino al Marine Intermodal Terminal di Messina.
A proposito delle prime 850 colonne di ghiaia in completamento entro la fine di settembre la port authority spiega che questa fase chiuderà i lavori del primo campo prova. Ad oggi sono state posate sul fondale marino circa 370 mila tonnellate di ghiaia ed entro la fine di settembre partirà anche la realizzazione del blocco di colonne del secondo campo prova dell’opera, il più grande intervento mai eseguito per il potenziamento della portualità italiana.
Per la posa sul fondale di una tale quantità di ghiaia sono stati realizzati 220 viaggi da Genova e da Piombino per il trasporto in media di 3.000 tonnellate di ghiaia al giorno. L’obiettivo è arrivare a posare oltre 170.000 tonnellate di materiale al mese, grazie all’impiego di ulteriori navi. Già a partire da questa settimana, la produzione viene infatti potenziata grazie al ricorso a una nave aggiuntiva da 40.000 tonnellate (la Sider Olympia di Nova Marine Carriers), in arrivo ogni 15 giorni dal porto spagnolo di Cartagena.
Procedono inoltre le operazioni di bonifica bellica in fondali fino a 50 metri di profondità, avviate a fine luglio, operazioni per cui Webuild sta impiegando una innovativa modalità operativa che prevede l’impiego di sommozzatori operanti in saturazione iperbarica.
L’Adsp di Genova ricorda infine che “la Nuova Diga Foranea prevede il coinvolgimento di oltre 1.000 persone all’opera per la sua realizzazione, tra personale diretto e di terzi, e impegna ad oggi oltre 80 società della filiera quasi tutte italiane. Commissionata dall’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale è un progetto strategico, di valenza europea, oltre che nazionale e locale, cofinanziato dal Governo con risorse del Fondo complementare al Pnrr, la nuova diga potenzierà l’accessibilità marittima del porto di Genova consolidando il ruolo strategico del sistema portuale della città all’interno del corridoio Reno-Alpi della rete di trasporto transeuropea Ten-T, corridoio che da Genova arriva fino a Rotterdam e di cui è parte integrante anche il Progetto Unico Terzo Valico dei Giovi – Nodo di Genova.
La Nuova Diga Foranea contribuirà inoltre a proteggere il porto di Genova dal moto ondoso. Unica nel suo genere in termini ingegneristici, nella sua configurazione finale sarà lunga 6.200 metri e andrà a sostituire la diga esistente, posizionandosi a una distanza dalla banchina utile a consentire l’accesso al porto (di Sampierdarena, ndr) anche alle moderne navi definite Ultra large (Ulcv), che oggi subiscono limitazioni per il ridotto spazio di manovra” ma possono ormeggiare al vicino terminal di Psa Genova Pra’.
Nei giorni scorsi, intanto, un piccolo tratto di diga esistente di fronte a Pegli è stato abbattuto da una forte mareggiata e per porre rimedio al crollo l’Autorità di sistema portuale ha fatto sapere che il ripristino di quella porzione di barriera e di altri due costerà 1,6 milioni di euro. “Il cedimento segnalato ha interessato un tratto della diga limitato e di più vecchia realizzazione – hanno spiegato da Palazzo San Giorgio – già oggetto di monitoraggi a seguito di mareggiate negli ultimi anni. Il ripristino era stato previsto nel novero delle manutenzioni e il progetto esecutivo completato, sarà messo a gara entro i primi giorni di ottobre per un importo pari 1,6 milioni di euro. L’intervento tecnico durerà all’incirca 180 giorni”.
Più precisamente i lavori consisteranno nel “ripristino di tre porzioni di diga davanti all’aeroporto, non in prossimità di banchine operative e in un’area interdetta alla navigazione a causa della prossimità all’aerostazione, con la sola eccezione delle unità navali dei servizi tecnico nautici”.