Si restringe ancora la flotta navale italiana: – 6% in portata lorda secondo Unctad
In calo il numero di navi di shipping company nazionali, mentre tra queste cresce la fetta di quelle battenti bandiera estera
Tra 2022 e 2023 la flotta italiana ha continuato a perdere pezzi, inteso come numero di navi e loro portata lorda complessiva. Lo rivela l’Unctad, l’agenzia delle Nazioni Unite per il commercio e lo sviluppo, nella sua ultima Review of Maritime Transport, che fotografa lo stato delle cose alla data dell’1 gennaio 2023.
La prima tendenza che si mostra all’occhio degli osservatori è l’ennesimo calo del numero di navi con stazza lorda superiore alle 1.000 tonnellate, un insieme arrivato ora a contare 608 unità contro le 630 dell’anno precedente, le 651 del 2021 e le 678 del 2020. Del totale, 445 sono quelle battenti bandiera italiana, mentre 163 inalberano vessilli stranieri.
In termini di portata lorda, queste 445 navi ‘valgono’ 14.354.501 tonnellate, mostrando quindi anche in questo caso un declino (-6,049%) rispetto alle 15.278.786 tonnellate registrate il 1 gennaio del 2022. Si tratta di un dato che vale all’Italia il 28esimo posto nella classifica globale (lo scorso anno la Penisola era al 26esimo), portandola ora a detenere lo 0,6% della flotta mondiale (contro lo 0,7% di un anno prima). Un’altra tendenza che si ripresenta è quella per cui tra le navi ‘italiane’ (ovvero di shipping company tricolori) continua a crescere la quota di unità battenti bandiere estere, che in termini di portata lorda è ora pari al 42,3% del totale (per 6.077.880 tonnellate), a fronte del 40,83% del 2022 e del 36,43% del 2021. Tornando alla classifica globale per portata lorda delle flotte nazionali, questa rimane dominata dalla Grecia, con un insieme di 4.936 navi che vale 393.033.425 tonnellate, in aumento sulle 384.430.215 tonnellate dell’anno scorso.
Modificando un po’ il punto di vista – ovvero considerando nell’analisi le navi battenti bandiera italiana con stazza lorda superiore alle 100 tonnellate – la situazione non appare migliore, anzi.
Sebbene tra 2022 e 2023 la flotta navale italiana abbia lievemente recuperato consistenza (1.276 unità contro le 1.266 dell’anno prima, un numero che corrisponde sempre all’1,2% del totale mondiale), in termini di portata lorda si è assistito però a un suo nuovo calo marcato. Alla data del 1 gennaio 2023, la flotta italiana risultava valere 9.121.000 tonnellate di portata lorda, in flessione dell’8,6% sul valore di un anno prima. Come già nel 2022, l’Italia si ritrova a fare i conti con la seconda più pesante contrazione della lista, migliore in questa rilevazione solo a quella della bandiera delle Bermuda, che perde il 10,7%. Anche il peso delle navi battenti bandiera italiana sul totale mondiale risulta questa volta in discesa, scivolando allo 0,4% (contro lo 0,5% di un anno prima). Si contrae infine anche la portata lorda media delle navi, pari ora a 7.148 tonnellate contro le 7.875 del 2022 e le 8.685 tonnellate del 2021.
Mancano, in questa ultima edizione del report (al contrario di quello dello scorso anno) indicazioni dettagliate sul valore della flotta italiana (né per tipo di navi, né considerata nel suo insieme). Su questo punto l’analisi rivela tuttavia che alla bandiera di registrazione, l’Italia si colloca per valore delle sue navi al 12esimo posto della classifica mondiale (contro l’11esima posizione del 2022), con una ‘fetta’ pari all’1,73% dell’importo totale mondiale. Guardando invece alla nazionalità delle società armatoriali, la Penisola si porta invece in 15esima posizione (con una quota pari all’1,83% del valore della flotta mondiale) risalendo quindi di due gradini la classifica rispetto al 17esimo posto dello scorso anno.
F.M.
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