Dl Asset approvato: il Governo salva i concessionari portuali dai rincari (ma con molti dubbi)
Approvato definitivamente il decreto con un’ennesima nuova formulazione dell’emendamento per sterilizzare il rincaro dei canoni
Dopo la fiducia in Senato è arrivata quella alla Camera e il Decreto Legge cosiddetto Asset, varato ad agosto dal Governo, è divenuto legge.
Come promesso dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, è stato inserito un emendamento volto a sterilizzare l’aumento di oltre il 25% dei canoni demaniali dei concessionari portuali, risultante dall’applicazione della media di due indici Istat agli importi dovuti per il 2023 dai medesimi ad Autorità di sistema portuale e altri enti concedenti.
Detto che sul decreto ministeriale di applicazione di quell’aliquota è pendente un contenzioso amministrativo e stante che le diverse amministrazioni concedenti hanno approcciato in modi diversi il problema (c’è chi ha sospeso i pagamenti, chi li ha pretesi ma senza applicarvi l’aliquota e via dicendo), la formulazione (che riportiamo qui sotto) apre tuttavia molti interrogativi e dubbi interpretativi.
L’oggetto cui applicare l’aliquota è grossomodo intellegibile: su ogni metro quadrato concesso il concessionario paga un minimo (le “misure unitarie”), stabilito dal combinato delle leggi citate del 1989 e del 1993, e una quota ulteriore contrattualmente stabilita: la maggiorazione riguarderà solo la prima di queste componenti. Come detto la norma lascia però due nodi di difficile interpretazione.
Innanzitutto a rigore dovrebbe applicarsi dall’entrata in vigore, ma questo rischia di creare grandi disparità fra chi ha già pagato (o ricevuto richiesta di pagare) il canone 2023 aggiornato con l’aliquota calcolata lo scorso gennaio e chi ancora deve pagarlo. D’altronde applicarlo a partire dal 2024 tradirebbe le aspettative degli ineterssati e le promesse ministeriali.
In secondo luogo, questa formulazione parla di concessioni rilasciate dalle Autorità di sistema portuali. Ma le concessioni demaniali marittime sono rilasciate anche da altri soggetti, a partire dalle Capitanerie di porto, col risultato che a qualche concessionario si applicherebbe in pieno l’aliquota del 25% e ad altri solo parzialmente.
Più lineari le altre misure di settore contenute nel Dl Asset.
Un emendamento consentirà di riconoscere, in deroga al contratto d’appalto, 700 milioni di euro di maggiori costi al general contractor che sta realizzando il Terzo Valico (Cociv, gruppo Webuild). Un altro prevede che, dall’entrata in vigore, Paolo Emilio Signorini decadrà dal ruolo di commissario per la realizzazione della nuova diga foranea di Genova e che “i compiti relativi al coordinamento e al monitoraggio delle attività dei soggetti attuatori relativi al Tunnel sub-portuale e alla Diga foranea di Genova” saranno attribuiti al Commissario per la ricostruzione del Morandi (Marco Bucci, sindaco di Genova), il cui incarico viene prolungato al 31 agosto 2026, con una dotazione di 2,5 milioni di euro per la struttura di supporto (attualmente composta da 19 persone oltre al commissario).
L’autotrasporto, infine, sarà sottratto alla competenza dell’Autorità di regolazione dei trasporti, cui le imprese del settore non dovranno più pagare il contributo.
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